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Per l'Ordine dei giornalisti non c'è "invasione di migranti"

L'associazione Carta di Roma, nata dal protocollo tra Odg e Fnsi, parla di violazioni del codice deontologico per l'uso di termini "invasione", "allarme" e "clandestino"

Per l'Ordine dei giornalisti non c'è "invasione di migranti"

L’immigrazione è il tema caldo degli ultimi anni. Lo rivela anche un articolo dell’associazione Carta di Roma, che controlla che venga seguito il protocollo deontologico stilato nel 2011 in materia di immigrazione e rifugiati. Secondo i dati della Carta di Roma, nei primi quattro mesi di quest’anno, gli articoli riguardanti questo spinoso tema sono stati mediamente 55 al giorno con un incremento del +62% rispetto al primo quadrimestre del 2014.

A essere protagonisti sono, quindi, i fatti di cronaca come per esempio le aggressioni di Colonia, gli attentati di Bruxelles, l’accordo tra Ue e Turchia e l’annunciata chiusura-apertura del Brennero. Rispetto al 2015 si sono, invece, ridotti gli articoli che rientrano nelle categorie “salute”, “sbarchi”, calata per via delle nuove rotte intraprese dai migranti e “razzismo”, in diminuzione perché il 2015 è stato l’anno caratterizzato dagli “insulti razzisti rivolti da Calderoli a Kyenge, dagli episodi di violenza nei confronti di cittadini di origine afroamericana negli Stati Uniti, dai discorsi d’odio online diffusi dai politici italiani”, si legge nell’articolo.

Ma ciò che lascia perplessi di quest’analisi è la parte riguardante le “violazioni” relative alla “terminologia” per il ricorrente uso di vocaboli come “invasione”, “allarme”, “clandestino”, definiti come parole dal gergo bellico o giuridicamente inappropriate. L’associazione Carta di Roma fa notare che la parola “allarme” si incontra 612 volte (+24% rispetto al 2015), “invasione” 289 (+49% rispetto al 2015) mentre “clandestini” solo 476 (-5% rispetto al 2015). “L'”allarme”, così come il “boom” riguarda gli arrivi, la criminalità, la presenza di musulmani”, spiega l’autore del pezzo. Anche tra i lettori vi è un mutamento nella ricerca su Google dove la parola “migranti” ha sostituito il termine “clandestini”.

Ma con l’attacco a Charlie Hebdo il 7 gennaio 2015, le aggressioni di Colonia la notte di Capodanno e gli attentati di Bruxelles il 22 marzo 2016, il termine “islam” è protagonista di numerosi articoli. Nel 2016 sono 377 le notizie riguardano esplicitamente l’islam e 36 sono le volte che questo termine viene usato nel titolo e nel 25% dei casi con una connotazione negativa fin dal titolo.

“Al centro del racconto mediatico l’ipotetica presenza di terroristi di matrice jihadista sul territorio italiano, lo “scontro tra civiltà” e il dibattito intorno all’apertura di nuove moschee”, conclude l’analisi dell’associazione che si ‘rincuora’ con “i numerosi articoli che offrono una narrativa alternativa a quella della paura: storie di integrazione, approfondimenti e analisi che forniscono fatti e dati smontando stereotipi e pregiudizi”.

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