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L'ordine dei vertici leghisti: "Non parlate di tassa piatta"

La loro principale bandiera è stata ammainata

L'ordine dei vertici leghisti: "Non parlate di tassa piatta"

Il malumore serpeggia trasversale. Autonomi, liberi professionisti, partite Iva. Speravano nella flat tax sbandierata in campagna elettorale, ma la stesura della manovra economica sta deludendo anche i più fedeli elettori della Lega. Si sentono «traditi» da un partito arrivato al governo con la promessa di una tassazione piatta per tutti e che per ora si sta rivelando un bluff. Non è un caso se, come spiegano ben informate fonti leghiste, dai vertici di partito è scattato un ordine di scuderia che può essere riassunto così: «Non citate più la flat tax in pubblico».

Ad avere il sentore dell'insoddisfazione generale sono soprattutto quei parlamentari arrivati al Senato o alla Camera battendo il ferro caldo della tassa piatta. I più esposti stanno provando a mettere delle pezze, lavorando giorno e notte a emendamenti da far approvare. Uno su tutti il sottosegretario Armando Siri, consigliere economico di Salvini e ideologo della flat tax. Ma a chi prova a contattare onorevoli e senatori per esporre lamentele viene spiegato che «hanno bloccato tutto, hanno detto di non parlarne più». L'imperativo è arrivato ai vertici dirigenziali, ma anche alle sezioni locali. L'obiettivo? Far passare l'argomento in secondo piano ed evitare così che diventi troppo evidente come l'elefante salviniano abbia prodotto solo un topolino.

Il motivo è semplice: se in ambito migratorio Salvini può rivendicare di aver smosso le acque, con una legge di bilancio più gialla che verde non può certo andare a dire alle partite Iva di aver portato a compimento la «rivoluzione» fiscale.

Lo dicono i numeri. L'associazione Sos Partite Iva ha realizzato una simulazione reale partendo da casi concreti e mettendo a confronto la flat tax con l'attuale sistema ordinario. «Per chi ha un fatturato lordo fino a 65mila euro - spiega il presidente Andrea Bernaudo - la convenienza a optare per questo regime viene meno nei casi in cui il professionista è minimamente organizzato o nel momento in cui decide di strutturare l'attività per offrire lavoro a qualche collaboratore». Il motivo? La manovra elimina detrazioni, costi aziendali deducibili e spese di gestione. Quindi alla fine dei conti non conviene rientrare nel regime forfettario. «Su fisco e economia reale il peso della Lega nel governo appare ridimensionato - continua Bernaudo - E così tanti elettori che avevano creduto in una riforma strutturale pro-imprese rimarranno delusi».

Molti autonomi si sono già accorti del misfatto. «Questa flat tax non serve a nulla - attacca Lino Ricchiuti, leader del Popolo delle Partite Iva - la Lega in materia fiscale non sta facendo quanto promesso». Le aspettative erano alte, il risultato minimo. «Sull'economia ha vinto la linea del Movimento 5 stelle - continua Ricchiuti - Non ci sarà nessuna rivoluzione fiscale. Alla fine a chi si trova in difficoltà converrà chiudere tutto e chiedere il reddito di cittadinanza».

Un paradosso.

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