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Solo un italiano su dieci ottimista sul futuro

Altro che ripresa: per oltre il 70% la nostra economia resterà negativa o peggiorerà

Solo un italiano su dieci ottimista sul futuro

Secondo diversi osservatori ed economisti, specie quelli più vicini al governo, sembrano manifestarsi alcuni segnali di ripresa dell'economia del nostro Paese, dopo molti anni di crisi dura e difficile, che ha visto la chiusura di centinaia di piccole aziende e la perdita del lavoro per migliaia di persone. È vero che alcuni sottolineano come i dati sulla situazione economica italiana siano ancora contraddittori e che il rilancio dell'economia sembra per ora riguardare solo alcuni settori o alcune zone del Paese, con gran parte del Meridione ancora in grande difficoltà. Ma è vero anche che il successo di manifestazioni come il recente Salone del Mobile di Milano (ove i responsabili hanno parlato esplicitamente di un buon andamento economico) fanno quantomeno sperare per il futuro.

Eppure questa potenziale (o parziale) riscossa dal declino economico non sembra per ora coinvolgere più di tanto il sentiment espresso dalla popolazione del nostro Paese.

Tanto che la maggior parte degli italiani appare a tutt'oggi pessimista verso il futuro. Per la verità, si era registrata negli ultimi mesi una decrescita degli atteggiamenti più negativi e una timida maggior diffusione dell'ottimismo. Gli ultimi dati rilevati (attraverso una ricerca condotta dall'Istituto Eumetra Monterosa su di un ampio campione della popolazione con più di 17 anni di età) suggeriscono invece una (non sappiamo se temporanea o meno) interruzione di questo trend e l'emergere di una nuova ondata di previsioni negative sul futuro da parte degli italiani.

Infatti, di fronte alla richiesta di indicare le prospettive economiche future della situazione economica del Paese, il 30% degli intervistati indica un possibile peggioramento. Sia pure con una certa cautela. Infatti, solo il 4% afferma che, secondo il proprio giudizio, la congiuntura si aggraverà «molto», mentre la maggior parte, il 26%, preferisce prevedere un andamento «abbastanza» peggiore di oggi: ne sono convinte, in particolare, le persone meno giovani (specie i pensionati) e, al tempo stesso, con un più basso titolo di studio e dunque meno attrezzate per confrontarsi sull'ancora difficile mercato del lavoro. Sul fronte opposto, gli «ottimisti» sono assai meno. È infatti solo poco più di un decimo (11%) degli interpellati nel sondaggio a ritenere che la situazione economica italiana possa migliorare nei prossimi mesi. Si rileva tuttavia una grande differenza, in queste risposte sulla situazione economica del Paese, considerando l'orientamento di voto. Gli elettori del Pd appaiono decisamente (e, forse, comprensibilmente) più ottimisti: tra loro è il 36% a ribadire il pensiero del presidente del Consiglio Renzi e a ritenere dunque che la congiuntura economica del Paese vedrà un miglioramento nei prossimi mesi. Sono molti di più di quanto si riscontri nel resto dell'elettorato, ma non costituiscono la maggioranza dei votanti per il Pd. Anche la gran parte di questi ultimi, dunque, non vede, a torto o a ragione, approssimarsi la crescita più volte annunciata.

Sul fronte opposto, i più convinti di un possibile declino sono quanti dichiarano l'intenzione di voto per il Movimento Cinque Stelle e per la Lega Nord.

Molti, però, la maggioranza, pensano che non cambierà nulla e che le cose resteranno sostanzialmente come sono adesso, senza dunque né migliorare né peggiorare. Ma anche tra chi ritiene che la situazione rimarrà stabile, prevale una visione pessimistica, Sono infatti assai di più (42%) quanti dicono che «nei prossimi mesi la condizione economica resterà negativa come ora». Significativamente e purtroppo questa convinzione è più diffusa tra i più giovani, fino ai 24 anni, con una accentuazione tra chi è disoccupato e cerca un lavoro. Ancora, la posizione che vede una staticità negativa è relativamente più presente tra gli elettori di Forza Italia e di Fratelli d'Italia.

Molto minore il numero di chi, pur non intravedendo un mutamento nel prossimo futuro, pensa che il momento attuale del Paese sia comunque «positivo» (15%): un orientamento relativamente più presente tra le persone di età media (35-45 anni) e, nuovamente, tra gli elettori del Pd.

Se dal giudizio sull'andamento economico del Paese nel suo insieme si passa a domandare quello relativo alla situazione personale e della propria famiglia, si riscontrano, come sempre, posizioni assai più ottimiste. Come si è già sottolineato su queste colonne, infatti, si riscontra spesso una significativa differenza tra la visione «macro» e quella «micro», con l'espressione di una molto maggiore fiducia in quest'ultima. Non tanto nelle prospettive di miglioramento. Anzi, coloro che si dichiarano certi che la propria condizione economica personale (o quella della propria famiglia) migliorerà nei prossimi mesi sono solo il 4%, meno ancora del dato visto più sopra, relativo al Paese nel suo complesso. Ma, rispetto a quanto preconizzato per l'economia nazionale nel suo insieme, sono molti meno (11%) a prevedere che anche la propria situazione peggiorerà. E la maggioranza relativa (45%) afferma che nei prossimi mesi il proprio stato economico personale o quello della propria famiglia «rimarrà positivo come in questo momento». Dicendo, in altre parole che, anche se la congiuntura del Paese è sfavorevole, a livello personale non se la passano poi così male: lo affermano in particolare i giovanissimi fino a 24 anni, in particolare gli studenti e, specialmente, i laureati che, come si è detto, sono più competitivi nell'ambito occupazionale. Permangono comunque quasi quattro italiani su dieci (37%, con una accentuazione, ancora una volta, tra chi ha un basso titolo di studio, specie tra gli operai e tra le casalinghe) che descrivono la propria condizione attuale come stabilmente negativa. Lo dicono, in particolare, gli elettori del Movimento Cinque Stelle.

Il pessimismo, sia pure in termini più contenuti, è dunque presente anche se si parla della propria condizione personale. E ancor più se si cerca di descrivere la situazione economica del Paese.

Un atteggiamento che, nel suo insieme, pare non credere ai segnali di una possibile ripresa e che di certo non la favorisce.

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