Politica

L'ostruzionismo è da banditi

Pioggia di emendamenti: l'ostruzionismo è da banditi

L'ostruzionismo è da banditi

Non siamo impressionati dalle risse che si svolgono in questi giorni a Palazzo Madama; in fondo quanto di turpe avviene in aula rispecchia la vita agra del Paese, in affanno da anni, diviso tra destra e sinistra, tra sindacati paleolitici e imprenditori schiacciati dal fisco e da mille altri problemi (inclusi quelli relativi all'eurocrazia), tra Nord e Mezzogiorno, tra laici e cattolici. Una volta si diceva: ogni popolo ha il governo che si merita. Il vecchio adagio non si adatta all'Italia, dove ci sono troppi popoli in conflitto l'un con l'altro, per cui ci vorrebbero dieci governi per rappresentarli tutti e guidarli senza creare confusione. E, invece, è proprio la confusione a regnare sovrana dalle Alpi alla Sicilia con la collaborazione devastante di 20 Regioni, una delle quali, il Molise, conta appena 300mila abitanti, un decimo di quelli di Roma. Questo per dire quanto fossero stolti coloro i quali hanno realizzato il «sogno» regionalistico e quanto siano fessi coloro i quali non vogliono distruggerlo, tra cui i signori attualmente seduti in Parlamento.

Torniamo alle beghe chiassose in atto in Senato. È successo in passato che i titolari di scranno arrivassero a menarsi. Gli appassionati di pugilato a mani nude stiano tranquilli: tra poco assisteranno quasi certamente a qualche match. Lo diciamo non tanto perché abbiamo la vista lunga, quanto perché il pomo della discordia non è esattamente una mela, ma le cadreghe con i glutei che vi si posano non gratuitamente.

In altre parole, la battaglia è destinata a diventare sanguinosa con l'avvicinarsi del momento decisivo: quello dell'approvazione di un provvedimento costituzionale che decreterà l'abolizione del bicameralismo perfetto, mediante la trasformazione del Senato in una specie di bar Commercio, i cui avventori, anziché spendere per bere e mangiare, saranno rimborsati a piè di lista. Il lettore dirà: una pacchia. Nossignori. Perché il numero degli aventi diritto a frequentare il club non sarà più di 315 come ora, ma verrà ridotto a 100. Ovvio che i potenziali 215 esclusi si battano sino alla morte per non morire (il bisticcio è voluto), e ne inventino di ogni colore per sopravvivere.

La loro iniziativa più brillante finirà sul Guinness dei primati: il solo Sel ha presentato 6.000 emendamenti allo scopo di osteggiare il varo della legge, interpretato dai vendoliani come una condanna alla pena capitale. Da notare che il Sel è un partitino del 4 per cento scarso e si vocifera che il prossimo congresso nazionale si terrà in un monolocale di Bari per offrire ai partecipanti ampi spazi onde sgranchirsi le gambe, di tanto in tanto. Noi profani ci domandiamo: in quale democrazia occidentale è lecito gettare sul tavolo della discussione 6.000 richieste di correzione al testo di una legge?

Non abbiamo trovato risposta nemmeno su Internet. Ci eserciteremo in ricerche nel continente nero. Si impone comunque una riflessione che suggerisce un'ulteriore domanda: come può funzionare una repubblica in cui l'uso di migliaia di emendamenti finalizzato a paralizzare il Parlamento, e a impedirgli di lavorare, è considerato legittimo? È una contraddizione in termini. Chi sono i geni che hanno stilato un simile regolamento? Identifichiamoli, perdio, e affidiamoli a una struttura sanitaria, se sono ancora tra noi.

Altro interrogativo inquietante: perché un regolamento così imbecille non è stato ancora corretto in base a esigenze di efficienza? È un mistero. Vietato parlarne. Possibile che uno come Matteo Renzi non si sia accorto di dibattersi in una gabbia di matti? Non si rende conto che per governare bisogna creare i presupposti per farlo? Scusi, caro premier. Prima di lanciarsi in riforme non era il caso di procurarsi gli strumenti idonei per portarle a termine senza ammaccarle e renderle irriconoscibili rispetto al progetto? Obietterà che aveva fretta di dimostrare la sua bravura e che pertanto si è fidato dei parlamentari. Un'ingenuità imperdonabile. Abbia pazienza. Azzardo per azzardo, forse valeva la pena che lei dicesse: approviamo una legge molto semplice, in applicazione della quale, a partire dall'1 gennaio 2015, Palazzo Madama chiude i battenti e sarà poi trasformato in un grand hotel 5 stelle. In tal modo avrebbe accontentato anche Beppe Grillo.

Siamo consapevoli che il coraggio non si compra al supermercato: o ce l'hai o non ce l'hai. Siamo obbligati a concludere che manco lei ce l'ha. Peccato. D'altronde avevamo un sospetto circa la sua pavidità: perché ha fatto fuori Carlo Cottarelli, quello incaricato di tagliare la spesa pubblica? Si dice che il tecnico delle cesoie abbia proposto un sacco di sforbiciate e abbia scritto vari documenti per indicare dove e come intervenire. Dove sono le carte? Sparite. Oh, Matteo, mica le avrà bruciate lei nel timore di mettersi contro gli apparati politici e amministrativi, le corporazioni, i sindacati? Presidente, non c'illumini più di melenso.

Non basta reagire, bisogna agire.

Commenti