Politica

Lotti, il ministro tifoso che governa con i tweet

L'estate del titolare dello sport

Lotti, il ministro tifoso che governa con i tweet

Va bene, se sei il ministro dello Sport, devi essere attento a quello che succede in quel mondo. Se poi sei un ministro non certo di primo livello, non hai nulla a che vedere con terrorismo, immigrazione e conti dello Stato, qualcosa su cui concentrarti devi pure trovarlo. D'accordo anche che in tempi social la comunicazione è l'anima (pure) della politica. Ma Luca Lotti forse sta un po' esagerando.

Dal calcio alla Formula Uno, dal motociclismo alla pallavolo passando il nuoto e la mountain bike, il ministro dello Sport si è trasformato in un groupie di tutti gli atleti tricolori e portabandiera dell'arte dello sport, passando la sua estate sui social network a lodare e magnificare protagonisti, storie, vicende e situazioni. Basta guardare il suo profilo Twitter per perdersi in un tripudio di «Bravo!», «Grande!», «Fantastici!», «Complimenti!», «Bellissimo!», «Grandissimi!» e così via. Inni alla gioia per le imprese sportive di Paltrinieri e Detti nel nuoto, Vettel e Raikkonen con la Ferrari, Dovizioso con la Ducati, le ragazze della pallavolo e i ragazzi del beach volley. Ce n'è per tutti e in abbondanza. Fa il suo, ok, ma forse per quello che è sempre stato uno dei più vicini a Renzi è emersa un po' la sindrome da ruota di scorta visto che, al di là di ogni dubbio, il suo ministero non è certo quello di punta nel governo. E allora, per farsi un po' vedere e darsi un tono, meglio trovare qualcosa da dire. Come l'altro ieri, quando allo stadio per vedere la sua Fiorentina, ha scritto «Tornare a sentire i tamburi in curva è uno spettacolo! Il tifo è gioia», allegando la foto di un tamburo in curva.

Un'estate nazional popolare per Lotti, forse anche per dimenticare i guai più seri che lo hanno coinvolto con l'inchiesta Consip, in cui risulta indagato dalla procura di Roma per rivelazione del segreto d'ufficio e favoreggiamento. Lotti, insieme ai generali dei carabinieri Tullio Del Sette ed Emanuele Saltalamacchia, anche loro indagati, con una fuga di notizie avrebbe permesso ai vertici di Consip di venire a conoscenza dell'inchiesta. Lui ha negato tutto, dicendosi completamente estraneo. Intanto meglio distrarsi con lo sport, sperare di uscire pulito dall'inchiesta per poi magari ambire a un ruolo più importante di quello di ministro dello Sport. Dove abbondano i complimenti.

Ma soltanto per gli altri.

Commenti