Cronache

L'ovovia dello scandalo sarà finalmente rimossa

Creata per i disabili sul ponte di Calatrava costò 1,8 milioni ma non ha mai funzionato

L'ovovia dello scandalo sarà finalmente rimossa

Meglio un uovo oggi che un'ovovia chissà quando. E così il rosso guscio appeso da sempre a uno degli estremi del ponte della Costituzione di Venezia, più noto come «ponte di Calatrava» dal cognome dell'archistar spagnola che l'ha progettato, sarà pensionato. Senza che nessuno possa dire di averlo visto in funzione se non il giorno del collaudo e quello dell'inaugurazione.

La parola fine a una vicenda grottesca di sprechi smisurati ed ego ancora più grandi l'ha scritta la Corte dei Conti. Che ha notificato al Comune lagunare il decreto di archiviazione del procedimento per presunto danno erariale relativo all'installazione dell'ovovia, rimuovendo così l'ostacolo alla rimozione dell'oggetto. Il sindaco Brugnaro infatti da tempo meditava di cancellare quel brutto manufatto aggrappato a una struttura già di suo controversa, ma era frenato dal timore di una causa per danno erariale da «aumentato costo». I giudici contabili hanno indicato non nel comune bensì nel progettista il responsabile dei difetti strutturali che hanno impedito il funzionamento dell'ovovia, e hanno anche messo a disposizione della giunta Brugnaro tutta la documentazione per poter agire in sede civile per un risarcimento.

La vicenda dell'ovovia è la sottostoria comica di una trama più complessa, quella del ponte progettato da Santiago Calatrava, celeberrimo architetto, scultore e ingegnere che nel 1997 regalò alla città un progetto esecutivo per quello che sarebbe stato il quarto ponte sul Canal Grande. I lavori, affidati alla storica azienda Cignoni - che in seguito alle vicissitudini nei lavori e ad alcuni mancati pagamenti, qualche anno dopo fallì - iniziarono nel 2003. Sarebbero dovuti durare un anno e mezzo, andarono avanti per sei anni. Il ponte fu inaugurato quasi di soppiatto l'11 settembre 2008, perché era già un mezzo scandalo: bello sì, ma costato praticamente il doppio del previsto e trappola da ortopedici per lo scivolosissimo pavimento in vetro e per i gradini di lunghezza irregolare.

L'ovovia fu inaugurata qualche anno dopo, nel 2013, per consentire l'attraversamento del ponte ad anziani e disabili. I veneziani la contestarono in modo folcloristico, presentandosi a un taglio del nastro poi rinviato in tenuta da sci. Anch'essa vide i costi lievitare dagli iniziali 1,04 milioni a 1,8. Il suo funzionamento era cervellotico e lento, ma comunque nessuno mai si dovette preoccupare di impararlo. L'ovetto rosso è rimasto per quasi sei anni fermo a riempirsi di polvere e adesivi. E ora scomparirà.

Evviva.

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