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L'ultima balla di Luigino: "L'Europa finanzi flat tax e reddito di cittadinanza"

Di Maio vuole che l'Ue conceda più deficit spacciando le due misure come riforme

L'ultima balla di Luigino: "L'Europa finanzi flat tax e reddito di cittadinanza"

Luigi Di Maio vuole far «cambiare paradigma» all'intera Unione Europea, onde realizzare (in deficit) le promesse elettorali del programma di governo, ma senza pagare pegno in Europa. Obbiettivo: farsi abbuonare i soldi per il suo reddito di cittadinanza e per la flat tax di Salvini.

Il vicepremier ha annunciato la sua ultima ideona al Comitato interministeriale per gli Affari europei, convocato ieri a Palazzo Chigi dal redivivo ministro Paolo Savona, e successivamente la ha fatta trapelare attraverso le agenzie: «Bisogna cambiare paradigma - ha detto solenne - Le riforme fiscali e quelle del sostegno al reddito devono diventare riforme che l'Europa non può legare al rapporto deficit/Pil».

Insomma, i soldi per le promesse elettorali non ci sono, ma sia i grillini che i leghisti hanno fretta e vogliono che nella prossima Finanziaria ci sia un segnale chiaro in quella direzione, perché non vogliono affrontare la campagna elettorale per le Europee senza scalpi da esibire ai propri elettori. «Va fatto subito - dice Di Maio - in collaborazione con la Commissione e con il Consiglio europeo».

Dunque, si proverà a chiedere all'Unione europea uno sconto di alcune decine di miliardi (la quantificazione dei costi di reddito di cittadinanza e flat tax è quanto mai vaga) per misure di aumento della spesa, che farebbero saltare per aria quei saldi di bilancio che il ministro dell'Economia Tria ha già spiegato di voler tenere rigorosamente fermi. Il trucco, secondo Di Maio, sarebbe spacciarli per «riforme strutturali» e chiedere che tutti quei miliardi siano scontati dal deficit/Pil. Da Palazzo Chigi arriva una sorta di via libera: «Visti i dati della povertà in Italia, in Ue non possono non tenerne conto, e concederci qualcosa per combatterla».

Le regole europee prevedono che la flessibilità si possa concedere solo a fronte di riforme che producano crescita, cosa assai difficile da sostenere per le due bandierine grillo-leghiste, ma in casa Cinque stelle alzano le spalle: «La priorità non sono le regole ma il benessere».

Il ministro Tria, sottoposto alla pressione congiunta dei due azionisti della maggioranza, si spinge a promettere che reddito di cittadinanza e «calo delle tasse e la semplificazione fiscale» debbano «andare di pari passo, in quanto sono necessarie per cambiare il sistema e sostenere la crescita economica». Poi il ministro prova a ridimensionare, spiegando che «la maggiore crescita economica deve venire dalla graduale attuazione del programma governativo», dove la parola chiave è «graduale».

Dall'opposizione, Gilberto Pichetto si chiede se Tria abbia «la bacchetta magica» per «pensare di coprire i 115 miliardi di euro» di flat tax e reddito di cittadinanza nella prossima finanziaria: «Operazione non solo velleitaria ma impossibile, visti i conti italiani».

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