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L'ultima telefonata di Stefania: "Sono con i miei bimbi, aiutatemi"

L'auto travolta dal fango, lei annega con i figli di 2 e 7 anni

L'ultima telefonata di Stefania: "Sono con i miei bimbi, aiutatemi"

Sono stati tutto il giorno con i nonni, ma il più piccolo, Cristian, 2 anni, comincia ad avere quell'espressione un po' così di chi vuole la mamma. Allora il fratellino maggiore, Nicolò, 7 anni, lo conforta: «Mamma arriva subito». E infatti lei è già sulla strada, in auto, con la pioggia che viene giù forte. Troppo forte. Eppure non sembra minacciosa. Stefania Signore, 30 anni, posiziona la leva del tergicristalli sul «3» (la velocità massima); le spazzole di gomma scattano sincopate sul parabrezza sputando rivoli d'acqua. Il vetro si appanna. Stefania lo pulisce. Col pensiero già gusta l'attimo dell'abbraccio dei suoi bambini. Mancano pochi attimi. È arrivata. Un colpo di clacson e i piccoli, dopo aver baciato i nonni, si fiondano in auto. La pioggia continua, come un pianto a dirotto. Ora sì che pare più minacciosa. Portatrice di sventura. Sulla strada il nero dell'asfalto ha preso il colore del fango. La carreggiata è sommersa. «Mamma, quando arriviamo a casa?»; «Ci siamo quasi...». Ormai il terzetto si è lasciato alle spalle l'abitazione dei nonni a Curinga (Lamezia Terme) e viaggia verso casa, a Gizzeria. Ad attenderli c'è Angelo, il marito di Stefania, il papà di Cristian e Nicolò. Ha appena ricevuto un sms dalla moglie: «Sto tornando con i bimbi» e la telefonata dei nonni: «Sono andati via, presto saranno da te».

Ma quel «presto» diventa un'attesa angosciante. Un'occhiata all'orologio e la mano sul cellulare. Poi quell'ultima, terribile, telefonata. Stefania riesce a dire solo una parola: «Aiuto». Quello che era un brutto presentimento diventa una realtà da incubo.

Parenti e amici si preoccupano. Tutti escono di casa, cercano i loro cari.

Intanto i soccorritori, avvertiti da Angelo, sono già sulle tracce dell'auto di Stefania. I vigili del fuoco sanno che la zona più a rischio è a ridosso del Lametino, che da tranquillo torrente si è trasformato in un mostro che ha travolto tutto e tutti. Compresa la macchina di Stefania, sorpresa dalla corrente di piena che non ha lasciato scampo né a lei né ai figli. I loro corpi senza vita sono fuori dall'auto. La vettura ha ancora le quattro frecce accese in contrada San Pietro Lametino. All'esterno dell'abitacolo, tra il fango, il cadavere della mamma e quello del 7 anni; il bimbo di due se l'è portato via la furia del fiume e sarà ritrovato solo ore dopo a centinaia di metri di distanza. Una tragedia che richiama alla mente il dramma dello scorso 20 agosto scorso, quando un violento nubifragio causò la piena del torrente Raganello a Civita di Castrovillari (Cosenza). La piena travolse decine di escursionisti, colti di sorpresa mentre facevano canyoning alle gole del Raganello. Il bilancio fu drammatico: dieci morti. Un mix terribile di imprudenza e fatalità.

Ma si può morire così nel 2018?

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