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L'ultima trovata della Raggi: rimpatri assistiti per i nomadi

La Raggi prova a coprire il flop del piano annunciato mesi fa per sgomberare i campi. Ma i rimpatri assistiti rischiano di non essere praticabili

L'ultima trovata della Raggi: rimpatri assistiti per i nomadi

"Rimpatri assistiti per i nomadi". È l'ultima trovata del sindaco Virginia Raggi per provare a superare l'emergenza dei campi rom nella Capitale. Si tratta di uno strumento che inizialmente era stato previsto nel piano lanciato dalla giunta per affrontare l'annoso problema degli insediamenti ma che si sta rendendo necessario dopo il blitz dei vigili nel Camping River, uno dei campi nomadi della Capitale che avrebbe dovuto essere chiuso il 30 settembre dello scorso anno ma dove di fatto vivono ancora oggi circa 380 persone. L'amministrazione è in ritardo sulla tabella di marcia per le difficoltà incontrate nell'applicazione delle misure di accompagnamento.

Visto l'impatto sotto le attese ottenuto finora dal piano del Campidoglio, varato a maggio dello scorso anno, che prevedeva la chiusura progressiva degli insediamenti a partire da quelli della Monachina e Barbuta, la Raggi starebbe lavorando per mettere mano alla delibera introducendo anche la possibilità di un contributo economico per il rimpatrio assistito nei Paesi di origine. Dopo aver censito 4.700 residenti negli insediamenti, come riporta l'agenzia Agi, la Giunta starebbe pensando a nuove misure per accelerare sulla buona riuscita del piano. "È in via di definizione una delibera che amplia le possibilità di estendere i progetti inclusivi del piano per il superamento dei campi rom anche ad altre forme di aiuto, tra le quali il rimpatrio assistito, che inizialmente non era previsto", spiega all'Adnkronos Marco Cardilli, delegato alla Sicurezza del Campidoglio. Una misura, quella dei rimpatri assistiti, che "riguarderà tutti i campi a partire da quanto abbiamo sperimentato nel Camping River".

Già da alcuni mesi, dopo un accordo sottoscritto tra il Campidoglio e l'ambasciata di Romania, dei funzionari del governo romeno avrebbero proposto nei campi delle opportunità di rimpatrio legate a dei percorsi di inserimento lavorativo. In realtà, come fa notare oggi il Tempo, i "rimpatri assistiti" si potrebbero rivelare quasi tutti impossibili: la maggior parte dei nomadi che vivono a Roma sono "naturalizzati in Italia". Non solo. Molti di loro sono nati proprio nella Capitale. Il piano dell'esecutivo Raggi parla di "accompagnamento all'abitare" attraverso "il superamento delle logiche emergenziali" e dei "grandi insediamenti monoetnici". Il Campidoglio sta già offrendo a chi vuole uscire dai campi soluzioni come il buono casa, un contributo che copre l'affitto di un appartamento solitamente per un anno, o l'auto-recupero di immobili dismessi.

Oppure "il reperimento sul mercato immobiliare privato" di case per coloro che sono in condizione di "sostenerne le spese".

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