L'ultimo schiaffo alla storia: torna di moda il pugno chiuso
2 Ottobre 2015 - 23:15Il funerale di Pietro Ingrao ha riportato in piazza le bandiere rosse e l'orgoglio comunista. Ciò che resta delal sinistra al tempo di Renzi
Il pugno chiuso come un requiem, come un addio, come una canzone degli anni '70, come un disco in vinile. Tutto torna, ma non è mai la stessa cosa. Il funerale di Pietro Ingrao ha riportato in piazza le bandiere rosse, le note di Bella ciao come una sor ta di inno nazionale e l'orgoglio comunista. Il simbolo di tutto questo è il braccio sinistro alzato al cielo e la mano stretta forte, con nostalgia e spaesamento. È quello che resta della sinistra al tempo di Renzi. Non è più il saluto vigoroso cantato da Gaber. Adesso c'è da chiedersi cosa rimane quando poi riapri la mano, quanto si è consumato negli anni quel gesto qualche volta coraggioso e poi via via sempre più conformista, scontato, vuoto. Quel pugno poi finisci per stringerlo solo perché hai paura di aprirlo e non trovarci nulla. Nessuna identità, un'ideologia sconsacrata dalla storia, una promessa di felicità non mantenuta, un inganno, un muro, una bugia, una minestra riscaldata, una nuova illusione o la voglia di non morire boy scout o democristiano, sotto un leader che in tre mosse si è preso gioco, partita, incontro.
Il pugno chiuso adesso sa di frustrazione, perché quelli con la rabbia alla bocca non hanno neppure la forza di alzarla la mano. Il pugno chiuso è per quelli che hanno voglia di farsi vedere, la compagnia di giro che sbarca ad Atene a festeggiare la vittoria sciagurata di Syriza o si fanno il selfie con Pablo Iglesias, il leader di Podemos, il professore che canta il pueblo unido jamás será vencido , ma poi un po' nasconde la mano, dicendo : «Non siamo né di destra né di sinistra». E alla fine a guardarla in faccia questa nuova sinistra europea non si capisce se assomiglia a Landini, a Civati o ai grillini. Forse l'ultima. Tanto che verrebbe da dire: alzatelo bene questo pugno chiuso. Fate almeno immaginare cosa c'è scritto dentro. Serve una scena alla Mario Brega in versione Un sacco bello. A me populista? «A zoccolè, io mica so comunista così, sa. So' comunista così!». Così, appunto, tanto per capire. Sul pugno chiuso ci si confonde. Ci sono quelli titubanti, che prima lo alzano e poi si nascondono, precisano. Come tre anni fa con Bersani che vince le primarie. È il 5 dicembre del 2012, una vita fa. È domenica sera e sul palco del Capranica a Roma si festeggia la vittoria alle primarie contro il sindacuccio di Firenze. C'è una foto che racconta tutto. Bersani con il pugno alzato e con lui nella stessa posa Alessandra Moretti (portavoce), Roberto Speranza (coordinatore) e Tommaso Giuntella (responsabile dei giovani). Imbarazzo. Qualcuno dice che è fuori luogo. Il Pd non è il Pci. Nervosismo e giustificazioni. Macché ideologia, era un gol. Il giorno dopo Giuntella scrive su twitter : «Io esulto con il pugno chiuso anche quando segna Totti». Il partito bersaniano fa di peggio. Si prepara in fretta un video con una serie di personaggi con il pugno alzato: Alcide De Gasperi, Angela Merkel, Jesse Owens, Barack Obama, il cardinale Tarcisio Bertone e naturalmente il guanto nero di Tommie Smith e John Carlos sul podio dei duecento a Città del Messico. Poi dicono che uno si perde.
È che il pugno ha una storia lontana. È il saluto dei cavalieri medievali che si tolgono l'elmo, per farsi riconoscere. È sulle barricate della Comune di Parigi e poi divampa nella Spagna antifranchista, disegnato su una cartolina di Miró, con la scritta Aidez. È rabbia e rivolta. È anarchico fino a quando non li fucilano, poi viene iscritto al Partito comunista. In Italia è il segno della Resistenza, ma il comando generale della «Garibaldi» decide di abolirlo; poco marziale. E poi un anno fa finisce sulle cronache della mostra di Venezia. Capita che Elio Germano passeggi sul tappeto rosso e alzi il pugno destro al cielo davanti ai fotografi. Subito Gad Lerner s'indigna: «Il saluto a pugno chiuso si fa col braccio sinistro. Beata gioventù». Solo che non è così. Il braccio che si alza storicamente è il destro. È nel '68 che per sottolineare l'appartenenza a sinistra si cambia verso e il pugno diventa mancino. Beata vecchiaia.
Cos'è allora il pugno chiuso? Forse più di tutto è l'orgoglio e la disperazione dei Malavoglia. «Le burrasche che avevano disperso di qua e di là gli altri Malavoglia, erano passate senza far gran danno sulla casa del nespolo e sulla barca ammarrata sotto il lavatoio; e padron 'Ntoni, per spiegare il miracolo, soleva dire, mostrando il pugno chiuso - un pugno che sembrava fatto di legno di noce -.
Per menare il remo bisogna che le cinque dita s'aiutino l'un l'altro».
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