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Luna park tra le ville imperiali. Rivolta vip a Forte dei Marmi

La scelta: i giostrai trasferiti da Vittoria Apuana alla zona storica. Sospetti di un favore alla famiglia Bocelli

Luna park tra le ville imperiali. Rivolta vip a Forte dei Marmi

Sussurri. Mugugni. Facce imbronciate. È come un venticello sempre più insistente che scompiglia i prati pettinati delle ville di Roma Imperiale, il quartiere da sogno di Forte dei Marmi. Mail su mail a pacchi, lettere sempre più infuocate, riunioni e la minaccia della rivoluzione all'ombra dei pini secolari e delle piscine in cui da decenni si specchia il benessere dell'alta borghesia lombarda e di pezzi dell'aristocrazia romana e toscana. I Moratti, i Ricasoli, i Pacelli, i Del Vecchio e i Caprotti, i Lunardi. Una galleria di grandi famiglie concentrate in un fazzoletto di terra a suo volta incartato dentro quella bomboniera che è il Forte.

Peccato che ora il giocattolo sia a rischio rottura: «Qui siamo pronti alle barricate, il sindaco deve rimangiarsi la decisione che ha preso, è una follia, cosi distruggerà Forte dei Marmi», tuona senza se e senza ma Fernanda Giulini, distinta e colta signora appartenente a una solida famiglia di industriali, orgogliosa custode di una strepitosa collezione di clavicembali. Ma la poesia e le armonie dei secoli passati non fanno per questa stagione gelida e incupita. Giulini ha abbandonato suo malgrado i toni morbidi e le tinte struggenti che ispiravano Carlo Carrà, il cantore irripetibile di queste marine, ed è stata proclamata sul campo generalessa di questo esercito di vip e altolocati ai ferri corti con il primo cittadino Bruno Murzi, installatosi a giugno e già odiato dal gotha dell'Italia che conta. Il motivo del contendere? Lo spostamento inatteso del glorioso luna park che per 41 anni se ne è stato accucciato e defilato dalle parti di Vittoria Apuana, lombi meno nobili dello scrigno versiliese, lontano dalla quiete di Roma Imperiale. Il problema è che Murzi, già ribattezzato Murzolini, ha osato profanare la cartolina: il luna park atterrerà a due passi dalle blasonatissime case, rompendo un equilibrio miracoloso e fragile. I giostrai fra le meraviglie dell'architettura. Inaudito. «Non se ne parla nemmeno - rincara la dose Giulini, presidente fra le altre cose dell'Ente per le Ville Versiliesi che non è, come si potrebbe pensare, un cenacolo per signore bene, fra ventagli e tazze di the fumante, ma una macchina da guerra: «Il luna park sopra le nostre teste è un atto di inciviltà, come un fast food davanti a San Pietro. Il luna park porterebbe con se droga, prostituzione, degrado. Il luna park macchierebbe il profilo incantato delle Alpi Apuane, tradendo il piano paesaggistico della Regione Toscana. Il luna park farebbe crollare i prezzi delle ville che vengono quotate anche 20, anche 30 milioni di euro».

Altro che venticello. Siamo alla tramontana. E tutte le bussole, tutte le chiacchiere, tutte le voci che si inseguono e formano mulinelli fra le vie di quella little Montecarlo, appartata però, discreta e sobria, per nulla sfavillante ed esibizionista, puntano verso un'altra costruzione da sogno, l'Alpemare del maestro Andrea Bocelli, che ha la sventura di vivere proprio a Vittoria Apuana. E sospettatissimo di essere l'artefice di questa calamità. Lui, il maestro, ha appena ristrutturato e aperto il bagno Alpemare, un gioiello, e insomma, con lo stile, la classe e il talento che tutti gli riconoscono, si sta ingrandendo. Il sindaco sta pensando bene di farlo collaborare per far rinascere a colpi di eventi e concerti il ground zero di Vittoria Apuana. Figurarsi come hanno reagito alla notizia i signori che trangugiano come non mai le cronache locali alla ricerca di suggestioni, appigli, elementi per spiegare l'inspiegabile. Siamo ai guelfi contro i ghibellini 2.0, rocciosi capitani d'industria versus leggenda del belcanto che, peraltro, se ne sta gran parte dell'anno in tournée, lontanissimo dalle spiagge, dalle baruffe, dai retropensieri avvelenati.

Gira e rigira, i segugi milionari hanno individuato un indizio più robusto degli altri: Fabio Giannotti, uomo forte e capogruppo della maggioranza è anche il direttore dello stabilimento Alpemare. E allora i fili della dietrologia s'impastano con la politica locale e con la clamorosa vittoria al fotofinsh, per una manciata di voti, del sodalizio Murzi-Giannotti, la lista delle vendette come la chiamano in paese con sarcasmo tutto toscano: Murzi, stimato chirurgo neonatale digiuno di politica, è un ex Pd in polemica con la casamadre, Giannotti è un fuoriuscito da An. Una compagnia variopinta, con entrature alla corte della voce tricolore più famosa nel mondo, un marchio che da solo vale quanto quello del Forte. Se si tocca il tasto, Giannotti s'infuria: «Il maestro non sa nulla e non c'entra nulla, queste sono solo volgari speculazioni, anzi calunnie. Il trasferimento del luna park era nel nostro programma ben prima che venissi assunto dalla famiglia Bocelli, il luna park non poteva rimanere in quell'area, privata e provvisoria da sempre, i cittadini e i turisti devono avere fiducia in noi».

Una frase che suona come una bestemmia. «Mio padre - ribatte Giulini - comprò la villa di Roma Imperiale nel 1946. C'erano i pozzi neri e non c'erano le fogne. Nel 2017 ci sono ancora i pozzi neri e mancano le fogne, una vergogna. Ci vorrebbe un eliporto per favorire i russi che portano ricchezza e benessere, ma la giunta si è fissata con questa sciagurata idea del luna park. A chi vogliono fare un favore?».

E le domande acuminate sollevano vortici di sabbia sulla spiaggia che guarda le montagne care a Michelangelo.

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