Politica

L'uomo (ri)fiorisce al Pitti Il grande salone dello stile

Sono ben 1.231 i marchi che fino a venerdì espongono le nuove collezioni per lui della prossima estate

Firenze - Dicono sia il più grande hub della moda maschile, qualunque cosa voglia dire «hub» parlando di Pitti Immagine Uomo, il salone fiorentino giunto alla 92sima edizione. Di sicuro è grande, anzi grandissimo: 60 mila metri quadri di superficie espositiva suddivisa in 15 sezioni. Qui 1231 marchi (546 dei quali stranieri: un sonoro 44,3 per cento del totale) espongono da oggi fino a venerdì 16 le nuove collezioni per l'estate 2018. 365 giorni sono un'infinità di tempo in questa nostra epoca dominata da Internet e dal «see now, buy now», ma per i buyer che sono la vera ricchezza del Pitti l'idea fa acqua da tutte le parti: funziona solo con le produzioni low cost e non con quell'eccellenza nota nel mondo come made in Italy. Gli eventi in calendario a Firenze sono talmente tanti e di così grande qualità che sembra ancora più povera la kermesse di Milano ridotta a tre misere giornate più un'ora venerdì sera per la sfilata di Zegna. D'altro canto se continuiamo a farci del male dicendo che va tutto benissimo nel capoluogo lombardo e che l'antica rivalità con quello toscano è stata sostituita da un perfetto accordo nel nome della moda, accomodiamoci pure. Di fatto Parigi che non ha alcuna tradizione nell'abbigliamento maschile vanta un calendario di cinque giornate piene e il prossimo settembre quando in scena ci sarà la donna, a Londra sfileranno anche Tommy Hilfiger ed Emporio Armani. Intanto sulle rive dell'Arno i giochi sono già cominciati ieri con l'emozionante serata offerta dal Centro di Firenze per la Moda Italiana. L'appuntamento era per le 19 a Palazzo Pitti dove gli invitati hanno potuto vedere in anteprima la sensazionale mostra Il Museo Effimero della Moda a cura di Olivier Saillard, direttore del Museo Galliera di Parigi. Dopo l'aperitivo di prammatica c'è stata una cena di gala al Rondò di Bacco seguita da uno spettacolo di acrobati, fantasisti e giocolieri sul piazza Pitti. Sempre ieri Andrea Panconesi, patron del concept store Luisa Via Roma che vanta un sito da 130 milioni di euro ha offerto una colazione per annunciare che i blogger sono finiti (ha cavalcato questa tigre per anni ma pazienza) e poi che Lapo Elkann disegnerà una capsule del brand Italia Independent per Luisa. Oltre al simpatico rampollo di casa Agnelli era presente anche Alessandro Squarzi, imprenditore romagnolo che secondo l'annuale classifica di Esquire UK è l'uomo più elegante del mondo. Anche lui firma una capsule: 11 camicie per Bagutta, storico marchio lombardo di camiceria. Da oggi tocca correre peggio della lepre di marzo. Al mattino è prevista la solita inaugurazione-fiume con tutte le autorità che danno fiato alle trombe. Due le belle notizie anzi tre: il premio Pitti a Cristina Calori, presidente e ad di WP Lavori in Corso, la nomina di Claudio Marenzi a Presidente dei saloni fiorentini e la riconferma dei contributi del Ministero dello Sviluppo Economico alla moda. Stasera sarà in passerella Hugo, linea fashion di Hugo Boss, mentre domani a Villa La Pietra sarà in scena Jonathan Anderson, il bravo designer di Loewe ospite d'onore di questa edizione. Arriva anche Christian Lobutin con la pretesa di fare scarpe da uomo sexy come quelle da donna (Dio ce ne scampi) e poi i soliti nomi nuovi che nessuno riesce a scovare e lanciare come gli organizzatori di Pitti. In genere hanno nomi che ci fanno scheggiare i denti, non sanno parlare di moda ma fanno parlare il popolo della moda: la cosa che serve in questo momento oltre a un po' di sana autocritica. Inoltre Federico Curradi, bravissimo designer toscano torna sulle rive dell'Arno con un evento al Museo Bardini.

Un'altra perdita per Milano, ma bene per Firenze.

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