Politica

L'uomo tradito dall'elemento che originò la civiltà

La scintilla rubata da Prometeo agli dèi ci ha consentito lo sviluppo. Oggi diffonde la morte

di Giuseppe Conte

I l fuoco è l'inizio di ogni civiltà umana: per noi occidentali è il dono di Prometeo, che lo rubò agli dèi per consegnarlo agli uomini. Grazie al fuoco e alla potenza che sprigiona, derivante da quella del sole, l'uomo occidentale ha compiuto il suo cammino sino a oggi, arrivando a dominare la natura e il pianeta. Lo stesso fuoco che alimenta la civiltà, può però diventare anche una forza bruta che la annichilisce.

Ne abbiamo davanti le immagini in questi giorni di caldo precoce e di siccità: dopo quelle del rogo della Grenfell Tower a Londra ci arrivano quelle, tragiche, del rogo della foresta nei pressi di Pedrogao Grande, 150 chilometri a Nord di Lisbona. Questa volta la morte viene da un fulmine, probabilmente, e dagli alberi: l'incendio si sviluppa indomabile in mezzo alla vegetazione, vediamo colonne di fumo alzarsi verso un cielo che non ha più il colore del cielo, fiamme che guizzano dietro barriere di buio, un inferno naturale, tanto quanto era metropolitano l'inferno di Londra, scatenato pare da un frigorifero malfunzionante. Quello che colpisce, è che il bosco incendiato ha ucciso uomini in movimento, nel chiuso non delle loro case ma delle loro auto. Neppure le auto, veloci e possenti, rappresentano la salvezza contro un incendio così vasto: il fuoco se ne impossessa e ne fa carcasse terribili, e inghiotte gli esseri umani che sono nell'abitacolo, senza esclusione, infierendo anche contro gli esseri più innocenti per definizione, i bambini.

Ieri un grattacielo in fiamme, 24 piani di dolore e di tragedia, una terrificante e non ancora chiusa contabilità di morti. Possibile che nel cuore della capitale finanziaria del mondo, non lontano dai fasti mondani di Nottingh Hill, un grattacielo vada in fumo così, come lo abbiamo visto tra nuvole nere e trame di fuoco? Pare che sei minuti siano bastati alle fiamme per la loro opera di devastazione. Possibile che nel cuore del Portogallo un bosco incendiato possa non trovare nessun argine, e arrivare sulla strada, simbolo di civiltà, e inghiottirsi le auto con famiglie intere all'interno? Evidentemente, il fuoco non è stato imbrigliato e domato del tutto.

Prometeo ha donato all'uomo la scintilla che è servita per cuocere i cibi, fondere i metalli e da lì costruire la civiltà, oggi una scintilla, che sia un fulmine o un frigorifero a sprigionarla, può farci precipitare all'indietro, e gettarci nella insicurezza di primordi. È terribile questo senso di insicurezza che ci prende, nel XXI secolo: le strade sono pericolose, si sa, lo sono dal tempo in cui Manzoni racconta di Renzo Tramaglino, è lì che si fanno i cattivi incontri. Ma le case? È perfino difficile immaginare cosa debbano aver provato gli inquilino della Grenfell Tower, lo strazio dei nostri due giovani connazionali che hanno chiuso il diretta telefonica con i loro cari il loro breve drammatico destino. E immaginare il coraggio disperato di quella madre che dal nono piano, intrappolata lassù, ha affidato a un volo verso il basso la vita del figlio, salvato per miracolo.

E oggi riesce difficile immaginare la pena soffocante di sentirsi circondare dalle fiamme, di non trovare vie di scampo, di usare invano il volante, il freno, le marce, e entrare ineluttabilmente in nuvole di fumo nero come la morte e ardere vivi tra le lamiere che si accartocciano come foglie secche.

Per noi sopravvissuti e lontani, non resta che un pensiero di cordoglio e di umana pietà.

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