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Lupi nel mirino, Ncd nel caos E Renzi prende le distanze

Il ministro dei Trasporti non è indagato, ma il suo nome ricorre nelle intercettazioni. I rapporti con Incalza e Perotti, i favori a lui e a suo figlio. Il premier gelido: "Chiarisca"

Lupi nel mirino, Ncd nel caos E Renzi prende le distanze

Una bufera sul governo e sul pezzo di maggioranza targato Ncd. L'inchiesta «Sistema» punta e coinvolge il giro politico dei «centristi». A cominciare da Maurizio Lupi. Su di lui c'è il gelo di Palazzo Chigi. Renzi prende le distanze e fa sapere: tocca a lui chiarire. «Lupi non è indagato», sottolinea a Otto e mezzo su La7 il sottosegretario Graziano Delrio, rimarcando che «è prematuro» colpevolizzare il governo. Ma il nome di Lupi ricorre nelle intercettazioni. E ai suoi rapporti con il superburocrate Ercole Incalza è dedicato un capitolo dell'ordinanza del gip. Per il giudice, quello tra i due è «uno strettissimo legame» che «ha sicuramente contribuito, da ultimo, all'affermazione del potere di Incalza», sia con le imprese che con «altri soggetti istituzionali». E quanto Lupi ritenesse importante la Struttura tecnica di missione affidata a Incalza si capisce da un'intercettazione del 16 dicembre 2014, tra il ministro e lo stesso manager. Si paventava la possibile soppressione o il passaggio sotto la direzione di Palazzo Chigi dell'organismo. Ma Lupi non ci stava: «Su questa roba ci sarò io lì, e ti garantisco che se viene abolita la Struttura tecnica di missione non c'è più il governo!».

Lupi è citato più volte nell'ordinanza, soprattutto per alcuni incarichi che Stefano Perotti, uno degli arrestati, avrebbe procurato al figlio del ministro, Luca. L'ex presidente Italferr Giulio Burchi, indagato e intercettato, ne parla scandalizzato al dirigente Anas Massimo Averardi: «Perotti e il ministro non sono intimi, di più. Perché lui ha assunto anche il figlio, per star sicuro che non mancasse qualche incarico di direzione lavori, siccome ne ha solo 17, glieli hanno contati, ha assunto anche il figlio di Lupi, no?». E con Burchi il nipote di Remo Gaspari, Giovanni Paolo, si sfoga per le coperture politiche di Incalza: «È una schifezza tale che non se posso più … mi viene anche a me da vomitare (...) si sono scatenati tutti alla difesa di Incalza oggi, sono passati da Alfano a Schifani … ai general contractor». Sul figlio il ministro ha respinto al mittente le accuse, facendo parlare il curriculum di Lupi jr. «Si è laureato al Politecnico di Milano nel dicembre 2013 con 110 e lode - dice - e ora lavora a New York. Non ho mai chiesto favori per lui». E di Incalza, Lupi ha ribadito «l'autorevolezza». Il gip però scrive che «effettivamente Perotti ha procurato degli incarichi di lavoro a Luca Lupi», che, assunto dal cognato dello stesso Perotti con una «triangolazione», avrebbe incassato la somma di «2mila euro più iva al mese». Ci sarebbero poi un Rolex da 10.350 euro che i Perotti avrebbero regalato al figlio di Lupi per la laurea, e una serie di abiti sartoriali che, a febbraio 2014, Cavallo avrebbe fatto realizzare per il ministro, suo figlio e i suoi collaboratori. Dalle intercettazioni viene fuori anche una cena del ministro, a casa di Perotti, con due uomini di scorta, il 14 settembre del 2013. I magistrati annotano anche altro sui rapporti tra il ministro e il presunto dominus dell'organizzazione, Incalza. Il gip come «esempio» dell'influenza che il manager «sembra avere sulle decisioni del ministro» cita un'intercettazione del 28 febbraio, giorno in cui Lupi chiama Incalza e gli assegna il merito della nomina di Riccardo Nencini a viceministro: «Dopo che tu hai dato, hai coperto... hai dato la sponsorizzazione per Nencini, l'abbiamo fatto viceministro... alle Infrastrutture». Lupi, inoltre, chiede al manager di chiamare Nencini «per dirgli “che non rompa i coglioni!”». Replica Nencini in serata: «Chiederò a Lupi di chiarire. Faccio parte della maggioranza e non nominato da qualcuno».

Ma non c'è solo il link con Incalza. Per gli inquirenti il rapporto è «molto intenso» anche tra i vertici del ministero e gli altri due arrestati, Franco Cavallo e Stefano Perotti, e «riveste un ruolo fondamentale nella commissione del delitto». L'ordinanza riporta che a ottobre 2013 i due «sono andati a cena con Emanuele Forlani, della segreteria del ministro Lupi» e che «a tale cena - scrive il gip - hanno probabilmente partecipato anche Marcello Di Caterina, altro componente della stessa segreteria, un tal Eli, e infine, forse, anche lo stesso ministro Lupi».

E a fine cena Perotti manda un sms a un imprenditore informandolo che la questione del finanziamento dei lavori per l'Alta velocità Verona-Brescia da inserire nella legge di Stabilità era «un problema risolto».

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