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L'uragano colpisce Miami Già in fuga 650mila persone

Attesi danni enormi. Ma per gli immigrati irregolari «affrontare la tempesta è meglio dell'espulsione»

L'uragano colpisce Miami Già in fuga 650mila persone

«Mi ero organizzato per andare nell'appartamento di un amico a Brickell (la Wall Street di Miami, nda) ma adesso che anche là hanno ordinato l'evacuazione approfitterò per visitare la Georgia». Fabrizio, romano di professione agente immobiliare, da 6 anni residente a Sobe come è soprannominata affettuosamente dai suoi abitanti Miami South Beach, non perde l'aplomb né l'ironia. E non è cosa da poco visto che con la sua società gestisce, per conto dei proprietari, un centinaio di immobili nella capitale balneare degli Stati Uniti. Quasi tutte proprietà di italiani che, se Irma dovesse mantenere le previsioni catastrofiche fatte dal governatore della Florida Rick Scott - «sarà come una bomba nucleare» - rischiano di essere fortemente danneggiate se non completamente distrutte. Tutta colpa dei venti, il vero pugno di ferro di uragani di questo tipo, che ancora ieri superavano i 250 km l'ora e di una mareggiata che i Bernacca locali prevedono superare i 10 feet, ovvero i tre metri.

Fabrizio è solo uno dei 650mila abitanti del Sud della Florida ad aver ricevuto l'ordine di evacuazione a causa di Irma, l'uragano più potente mai visto da queste parti dai tempi di Andrew, nel 1992. Ordine di evacuazione significa che teoricamente nessuno può scegliere di rimanere a casa per difenderla da possibili sciacalli. E significa anche che l'ordine vale per le migliaia di immigrati irregolari, per lo più latinos che mandano avanti l'economia sommersa dell'intera Florida. Tanto che le autorità in un annuncio pubblico proprio a loro si sono rivolti invitandoli a non esitare a rifugiarsi negli otto shelter, ovvero i centri di accoglienza predisposti dal comune di Miami in queste ultime ore di countdown. Per Luzita, honduregna senza visto, cameriera da un anno nella frequentatissima Ocean Drive, cuore pulsante della movida di Sobe, la tentazione di restare nel suo monolocale di 27 mq è altissima. «Se mi chiedono i documenti per me è finita. Preferisco affrontare in casa l'uragano che rischiare di essere espulsa». Come lei la pensano tanti altri illegali che si sono affrettati nei giorni scorsi a fare scorta di beni essenziali: acqua, pane e candele. Già perché il piano di evacuazione predisposto dalle autorità prevede tra le varie precauzioni anche quella di tagliare la corrente elettrica per evitare danni ancor più gravi. Così come un'allerta speciale è stata lanciata per chi vive nei pressi di un cantiere. Le decine di gru che stanno ridisegnando lo skyline di Miami rischiano infatti di trasformarsi in una bomba. Secondo il comune non sarebbero in grado di sopportare i venti di Irma e potrebbero piegarsi come fuscelli andando a sbattere sulle case intorno. Purtroppo però non c'è stato tempo per rimuoverle.

E per chi nonostante lo scenario apocalittico - alla luce anche dei danni enormi registrati sulle isole caraibiche colpite in precedenza - ancora voglia restare a Miami, sul Web corrono consigli di ogni tipo. Come quello di scaricare un applicativo che non ha bisogno di internet per funzionare. Una sorta di walkie talkie per chiedere aiuto. E sempre sulle reti sociali sono stati creati gruppi ad hoc di residenti che si scambiano gli ultimi consigli prima del fuggi fuggi generale. Come quello di scattare più foto possibili alla propria casa prima di abbandonarla, in modo da non avere poi problemi con le assicurazioni in caso di danni. E ancora, ci si scambiano informazioni su dove trovare le ultime scorte di acqua - supermercati come Publix sono ormai sold out da giorni - o su quali siano i centri di accoglienza dove sono ammessi anche gli animali domestici. Per la cronaca gli unici che non saranno evacuati sono gli animali dello zoo di Miami. «Per loro lo stress sarebbe più grave di quello di dover affrontare l'uragano» ha dichiarato uno dei funzionari dello zoo, Ron Magill. Materiale di protezione chiaramente è stato messo intorno alle gabbie per proteggerli. Lo stesso materiale, legno o pesanti lastre metalliche, che stanno collocando negozi e ristoranti. Uno dei più famosi, l'italiano Caffè Mauro, lo racconta anche sul suo Facebook.

Perché anche chi è in Italia possa seguire da vicino come si fa «una vera evacuazione da uragano».

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