Cronache

L'utopia è un'idea che non sa di esserlo

L'utopia è un'idea che non sa di esserlo

Recitava una vecchia e bellissima canzone di uno dei grandi geni irregolari della musica italiana, Giorgio Gaber: «Un'idea, un concetto, un'idea, finché resta un'idea, è soltanto un'astrazione». Aggiungendo poi, ironico e surreale come solo lui sapeva essere: «Se potessi mangiare un'idea avrei fatto la mia rivoluzione». Geniale, e perfettamente lucido nel suo assunto iniziale: si può avere una grande idea, anzi, l'idea più grande del mondo. Ma se non ci si mette in gioco, non si combatte con le unghie e con i denti per cercare di realizzarla, essa rimarrà soltanto un'astrazione: cioè un bel sogno, un'utopia, una possibilità. Ma nient'altro che questo. Anche nel mondo delle aziende, nel commercio, le idee sono importantissime. Anzi, fondamentali. Senza idee, non può esserci innovazione, né vitalità di un marchio o di un prodotto. Ma un'idea deve avere le gambe per camminare, deve avere un piano che la sorregga, deve avere una copertura economica. Un'idea che prescinda da questi aspetti è come un'anatra zoppa. Ma per avere le gambe, un'idea deve essere «riconosciuta» come tale. Deve avere persone che la ascoltino, che la accolgano, che la soppesino, che ne possano immaginare gli sviluppi possibili, che credano nella sua potenzialità di innovazione. Anche al di là dei risultati di fatturato immediato. Una grande idea deve avere a volte del tempo per farsi riconoscere. Deve avere dei «protettori», inteso nel senso più alto del termine: qualcuno che la riconosca come tale, che creda in lei e la sorregga. Riconoscere la forza di un'idea è un atto quasi magico, sciamanico, così come lo è il riconoscimento del genio di un artista da parte dei grandi mecenati o dei grandi «protettori» di pittori, dai signori rinascimentali fino a Peggy Guggenheim. Chi sa «intercettare» un'idea oggi è come un uomo in possesso di un talismano per il futuro: una sorta di mago in grado di riconoscere in anticipo i trend che si affermeranno nel futuro, che è l'azione più difficile da realizzare. Ma attenzione: una volta riconosciuta e realizzata, un'idea deve poter essere anche sostenuta con continuità. La tenacia, la continuità è ciò che contraddistingue i progetti di successo da quelli che si sono arenati alle prime difficoltà. La continuità è vissuta di per sé come un valore a livello popolare, e in questo si rivela a volte la saggezza del buon senso comune: perché le aziende che credono nella continuità sono quelle vincenti, che, se sposano un'idea, la portano fino in fondo, fino alla realizzazione del suo successo.

Così, nel mondo dell'arte, un artista che non vende è una sciagura, ma se trova qualcuno che crede in lui può invece, alle volte, diventare il più grande: la storia, come sempre, anche in questo è maestra di vita.

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