Elezioni Politiche 2018

M5S, altri 2 candidati fanno un passo indietro

Dopo le irregolarità sulla restituzione dello stipendio, i M5S Cecconi e Martelli firmano le il modulo per la rinuncia all'eventuale elezione

Il senatore del M5S Carlo Martelli gioca a Candy Crush
Il senatore del M5S Carlo Martelli gioca a Candy Crush

Dopo Emanuele Dessì, altri due candidati del M5S hanno deciso di firmare il modulo per la rinuncia al seggio in caso di elezione.

Si tratta del deputato Andrea Cecconi e il senatore Carlo Martelli, "pizzicati" da Le Iene in un servizio che deve ancora andare in onda: i due avrebbero falsificato i bonifici e non versato il proprio stipendio nel fondo per il microcredito come previsto dal regolamento dei Cinque Stelle.

"Il 4 marzo cederò il passo e andranno avanti gli altri candidati che trovate nel listino", ha annunciato Cecconi sulla sua pagina Facebook, "Qualche giorno fa, come annunciato con un post sul blog delle Stelle, ho proceduto a effettuare il versamento al Fondo per il Microcredito per mettermi in regola con le restituzioni pubblicate sul sito tirendiconto.it. Il ritardo è stato dovuto a motivi di natura personale, che penso che nessuno possa essere in grado di giudicare, e sui quali non mi dilungo". Poi punta il dito contro gli esponenti degli altri partiti che "si pappano un megastipendio, che viaggiano in autoblu, che hanno maturato il vitalizio e che si prendono anche un ricco assegno di fine mandato alla faccia della gente normale che non arriva a fine mese".

"In questo anni ho rinunciato a 204.731 euro e questo resta", aggiunge dal canto suo Martelli, "So però di aver mancato nei confronti degli iscritti del Movimento 5 Stelle, anche se la mia coscienza è a posto perché ho restituito fino all'ultimo centesimo come promesso. Come già scritto sul blog, i probiviri decideranno sul mio caso in piena autonomia. In ogni caso ho già espresso nei giorni scorsi l'intenzione di rinunciare alla mia elezione. Continuerò a sostenere il Movimento e i candidati del mio collegio.

Lo sento come un dovere nei confronti di chi mi ha dato fiducia alle parlamentarie".

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