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Il M5S: "Cacciamo chi non rendiconta". Parte la resa dei conti interna?

Di Battista sposa la causa: "Sono soldi dei cittadini". In realtà i ritardi sono un attacco alla nuova gestione che ha visto il passaggio dei dati allo staff di Grillo

Il M5S: "Cacciamo chi non rendiconta". Parte la resa dei conti interna?

I Cinque Stelle sono ancora ai ferri corti. La base è in rivolta. Nel mirino sono finiti proprio i parlamentari pentastellati. Nelle ultime ore è partito da Facebook il mailbombing della base contro gli eletti del M5S che non hanno rendicontato le spese sostenute negli ultimi mesi. Nel mirino dei fan del comico sono finiti diciotto deputati che, in disaccordo con la nuova gestione che ha visto il passaggio dei dati su spese, affitti e simili allo staff di Beppe Grillo, hanno deciso di fare di testa propria. In realtà, molti hanno rendicontato sulle proprie pagine personali e restituito quanto non speso versando al fondo ad hoc per le pmi. Ma l’assenza dei dati nell’apposito spazio tirendiconto ha innescato la protesta, che dal tam tam di Facebook ora viaggia via mail.

La resa dei conti interna

L'obiettivo degli attivisti delusi è tempestare le caselle di posta elettronica dei parlamentari stellati "in regola" chiedendo la "testa" dei loro colleghi. La vicenda ha creato parecchi malumori, alimentando i sospetti che dietro l’iniziativa si nasconda una resa dei conti interna. Soprattutto perché tra i sostenitori del mailbombing figura Alessandro Battaglia, segretario personale della senatrice Laura Bottici, questore di Palazzo Madama e "guardiana dell'ortodossia" grillina. Battaglia rilancia il mailbombing dalla propria pagina Facebook invitando i follower a fare lo stesso. "Il conflitto di interessi è evidente. Dietro l’attacco c’è lei", sospettano alcuni deputati. Ma su Facebook c'è anche chi tra i parlamentari appoggia la protesta degli attivisti. "Hai fatto bene - scrive Alessandro Di Battista sulla pagina di un simpatizzante - lo dovrebbero fare tutti gli attivisti. Sono soldi pubblici". I "ritardatari" continuano a difendere la propria posizione. "Ho rendicontato e fatto i bonifici al fondo di garanzia per le Pmi - assicura all’Adnkronos Walter Rizzetto - come ogni mese e come sottoscritto, l’ho fatto con piacere. Chi accusa del contrario o non sa le cose e parla a caso o è in malafede".

Il mailbombing contro i "ritardatari"

"Sono un iscritto al Movimento 5 Stelle - si legge nella lettera - uno dei motivi che mi rende orgoglioso di farne parte è la nostra ‪#‎Coerenza".‬ E ricorda che tutti i portavoce, per potersi candidare, hanno sottoscritto il codice comportamentale che prevedeva alla voce trasparenza: "Rendicontazione spese mensili per l’attività parlamentare (viaggi, vitto, alloggi, ecc) sul sito del M5S". "Consultando il sito tirendiconto, ad oggi venti portavoce - prosegue la mail - risultano inadempienti all’impegno sopracitato". Segue l’elenco dei "ritardatari". E la richiesta di espulsione."Dalle informazioni raccolte - si legge - la prima scadenza per la rendicontazione dei mesi di aprile maggio giugno, era l’8 settembre 2014, successivamente prorogata al 31 ottobre 2014, due dei portavoce sottoelencati non rendicontano addirittura da sei mesi". "Essendo trascorsi più di due settimane dall’ennesima inutile proproga con la presente mail richiedo formalmente che per tutti i portavoce presenti in elenco - conclude la mail - venga avviata la procedura di espulsione, non avendo ancora adempiuto ai loro obblighi morali di coerenza nonché agli impegni formali da loro stessi accettati e sottoscritti". Da qui l'hashtag #‎OraToccaVoi‬.

I "ritardatari" al contrattacco

La deputata marchigiana Patrizia Terzoni non ci sta a passare per quella che non rispetta le regole. E, sempre su Facebook, risponde a un attivista per le rime: "Le affermazioni fatte in questo appello sono false e fuorvianti e quindi diffamatorie (possono essere anche perseguite legalmente) in quanto i deputati elencati hanno eseguito la rendicontazione ed i relativi bonifici bancari, che puoi trovare online sui loro rispettivi siti internet e chi non ha tale sito ha inviato tutti i documenti sia al Capogruppo Camera che Staff, quindi in loro possesso. Non sono state pubblicate sul sito tirendiconto.it in quanto sono emersi errori di calcolo, problemi di gestione privacy interna e il sito tirendiconto.it non rispetta il codice comportamentale firmato dai deputati". La Terzoni entra, poi, nel merito della questione: "Tale rendicontazione infatti deve essere pubblicata sul sito ufficiale del movimento 5 stelle e come scritto da tale codice il sito in questione è www.movimento5stelle.it e non www.beppegrillo.it. Con questo non si intende non considerare tale sito, ma solo rispettare un contratto firmato. Quindi in attesa che vengano sistemati tutti od in parte tali problematiche (stasera c’è una assemblea al riguardo) le rendicontazioni sono state effettuate online sui siti personali per rispettare il vincolo di trasparenza". "Sia il portavoce alla Camera che al Senato, nonché lo 'staff - aggiunge - sono a conoscenza di quanto sopra descritto. Forse chi fra i portavoce vi ha riferito alcuni dettagli interni, non ve ne ha riferiti altri facendovi fare queste dichiarazioni diffamatorie e mettendovi in cattiva luce. Attenti a chi vi da informazioni sbagliate... La disinformazione purtroppo sembra dilagare anche fra noi". Sempre rispondendo a un attivista, le fa eco il collega Massimo Artini: "Non sono problematiche interne sono problematiche tecniche, solo valutazioni tecniche, anche perché a differenza di quanto scritto nessuno si è dimenticato di rendicontare e restituire".

Volano gli stracci su Facebook

La tensione sulla vicenda è evidente. Ieri se ne sarebbe dovuto parlare in assemblea, ma poi la riunione è stata rinviata e comunque il tema era stato depennato dall’ordine del giorno della congiunta. "Scusate ma a me da attivista mi fa incazzare - scrive su Facebook Terzoni - che non si voti online quali modifiche chiedere al Jobs act ad esempio, oppure cosa inserire sulla legge di stabilità od altri provvedimenti che possono aiutare gli italiani, non su che colore deve avere il sito della rendicontazione!". "E mi arrabbierei molto di più - aggiunge - su chi è lo staff (come anche qualcuno di voi qui ha scritto) dato che neanche noi lo sappiamo ma ci ritroviamo post con linee politiche scelte da qualcuno che non è qui e non le condivide con voi. Sbaglio?".

Una considerazione, quella della deputata marchigiana, che ai contestatori di #Occupypalco costò l’espulsione.

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