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Il M5S critica l'odiato Jobs Act ​ma lo usa e licenzia dipendenti

Il gruppo dalla Camera del M5S licenzia 39 dipendenti a tempo indeterminato: tra loro alcuni giornalisti

Il M5S critica l'odiato Jobs Act ​ma lo usa e licenzia dipendenti

Criticavano (e criticano) la legge di Renzi, e poi ne fanno uso. Sembra questo il paradosso grillino raccontato dal Quotidiano Nazionale. Non solo, infatti, il gruppo del M5S al parlamento avrebbe utilizzato gli incentivi del Jobs Act per assumere i collaboratori del deputati, ma ora avrebbe fatto pure leva sui "licenziamenti facili" previsti dalla norma renziana per chiudere alcuni contratti.

Trentanove dipendenti del gruppo alla Camera, scrive Qn, "tutti a tempo indeterminato e tra cui anche dei giornalisti, sono stati licenziati ieri, sempre secondo le regole della legge renziana che prevede solo un risarcimento di un certo numero di mensilità a seconda dell' anzianità maturata".

Nel giorno in cui Di Maio ha formato il nuovo comitato elettorale per puntare a Palazzo Chigi (composto da Pietro Dettori, Dario De Falco e Vincenzo Spadafora), il M5S taglia i collaboratori dipendenti che fino a qualche giorno fa avevano aiutato i parlamentari nella loro opera.

Il M5s, dal canto suo, la spiega così, dicendo di trovarsi "nella necessità di avviare una procedura di licenziamento collettivo per riduzione di personale - si legge - in relazione al previsto scioglimento delle Camere per la scadenza della XVII Legislatura e al conseguente scioglimento del Gruppo medesimo, per un numero complessivo di 39 unità, corrispondente alla totalità dei dipendenti a tempo indeterminato".

Oltre ai dipendi poi ci sarebbero anche "8 persone titolari di un contratto a tempo determinato: 6 redattori, un impiegato addetto alla commissione Finanze e un impiegato web/comunicazione".

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