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M5S, donazioni dei parlamentari a rischio nullità

I 2mila euro mensili di donazioni che i parlamentari M5S versano sul conto corrente del Movimento per i rimborsi elettorali potrebbero essere giudicati nulli in tribunale in quanto non certificati da un notaio

M5S, donazioni dei parlamentari a rischio nullità

Nel M5S si apre un nuovo caso rendicontazioni. Alcuni esponenti pentastellati, secondo quanto riferisce l'Adnkronos, sono sul piede di guerra in quanto contestano la regolarità delle donazioni che i parlamentari devono effettuare ogni mese.

Secondo l'articolo 782 del codice civile "la donazione deve essere fatta per atto pubblico" redatto da un notaio o un pubblico ufficiale, mentre all'interno del M5S questo non avviene. I parlamentari grillini, secondo quanto stabilisce il regolamento interno, si limitano a versare 2mila euro su un conto corrente intestato al Comitato per i rimborsi e le restituzioni creato da Luigi Di Maio e dai capigruppo di Camera e Senato, Francesco D'Uva e Stefano Patuanelli per evitare che i cosiddetti "furbetti del bonifico" la facciano franca. Ma la legge non impone alcun passaggio dell'atto pubblico nel caso di donazioni di "modico valore" e, quindi, niente notaio. Ai parlamentari pentastellati, però, resta un dubbio: i 2mila euro mensili rientrani in questo "modico valore" oppure no? Una fonte interna si lamenta:"I vertici chiariscano altrimenti non verseremo più un euro" e nelle chat interne dei parlamentari si discute su una scheda del sito studiocataldi.it dove si dice chiaramente che "la legge non offre un riferimento ben preciso ma si limita a stabilire, nel secondo comma dell'articolo 783 del codice civile, che 'la modicità deve essere valutata anche in rapporto alle condizioni economiche del donante'". L'avvocato Roberto Cataldi, deputato grillino curatore del sito 'Studio Cataldi', interpellato dall'Adnkronos, interviene sul tema:"Se si dovesse aprire un contenzioso il giudice dovrebbe valutare tanti elementi e la sua non sarebbe una decisione scontata. Non escludo ci possa essere una pronuncia che dichiari nulla la donazione". "Occorre verificare ad esempio - spiega Cataldi - se la donazione incide in maniera rilevante sul patrimonio del donante. E dal momento che la legge si limita a fissare principi generali ed astratti, senza indicare una cifra 'esatta', la questione potrebbe essere decisa in modo diverso per ciascun soggetto". E aggiunge:"Il problema si potrebbe porre in particolare per chi percepisce solo lo stipendio da parlamentare e non ha altri redditi" ma la decisione del giudice non sarebbe scontata dal momento che 2mila euro al mese "in un anno diventano una cifra importante" e quindi "non si può escludere a priori che una sentenza possa considerare non modica quella cifra". D'Uva, presidente dei deputati grillini, dal canto suo, commenta: "Qualora ci fossero dubbi, questi verranno fugati. Il Comitato rimborsi è stato costituito per creare un conto intermedio, che servirà a far decidere agli iscritti su Rousseau la destinazione delle restituzioni e a evitare una nuova 'rimborsopoli'. Noi andiamo avanti su questa strada.

Poi, ripeto: se qualcuno ha dei dubbi, li fugheremo".

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