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M5s, i futuri candidati valutati da un computer. Multe per i transfughi

Profili social vagliati da un software: l'ok finale a Di Maio. In lista pure nomi della società civile

M5s, i futuri candidati valutati da un computer. Multe per i transfughi

AAA cercasi parlamentare grillino, richiesta faccia pulita, moderazione, sobrietà. Astenersi No-Vax, ultra veg, complottisti e haters. Il Movimento Cinque Stelle vuole essere sempre più a immagine e somiglianza del nuovo leader Luigi Di Maio e, in vista delle parlamentarie che probabilmente si terranno a metà gennaio, sta mettendo in campo attraverso i potenti mezzi del web un controllo ex ante sulla classe dirigente da mandare a Montecitorio e Palazzo Madama nella prossima legislatura. Qualcuno già lo chiama «filtro di qualità» e servirà a evitare le figuracce collezionate in questi anni dai «portavoce» pentastellati eletti in Parlamento. Come riportato giovedì dal Giornale, Luigi Di Maio ha pensato a un software automatizzato per tagliare «400 leggi inutili» e, secondo fonti interne al M5s, si starebbe avvalendo della tecnologia anche per vagliare i curricula social degli aspiranti candidati alle parlamentarie.

Una complessa operazione che gli esperti della rete chiamano di «web engineering», affidata dalla Casaleggio Associati a una società esterna, potrebbe essere la chiave per escludere dalla corsa al seggio una serie di tipi umani che nella legislatura appena finita hanno caratterizzato il Movimento Cinque Stelle. Il controllo starebbe avvenendo attraverso una scannerizzazione ai raggi x dei profili Facebook di chi vorrebbe correre alle parlamentarie. Un casting 2.0 per escludere personaggi che potrebbero creare imbarazzo a Luigi Di Maio. Nel mirino ci sono anti vaccinisti spinti, ammiratori delle teorie sulle scie chimiche, fans di tutti i complottismi (vedi Carlo Sibilia e il microchip sottopelle) e haters (odiatori, ndr) scatenati come Angelo Parisi, l'assessore designato siciliano che voleva bruciare vivo il dem Ettore Rosato.

Tutto si inserisce in uno scenario nel quale Di Maio sarebbe sempre più solo, lasciato a briglia sciolta da Beppe Grillo, libero di gestire da «segretario» questa campagna elettorale ma con il rischio del fallimento dietro l'angolo. E personaggi come Alessandro Di Battista pronti a rubargli lo scettro di «capo politico» del Movimento. Lo schema è quello di portare in Parlamento «tanti Luigi Di Maio». Ancora manca l'ufficialità sulle regole per correre alle parlamentarie del Movimento, ma già trapelano le prime novità. Il Movimento potrebbe aprire a una serie di figure «non iscritte al M5s» pescando nella società civile per i candidati nei collegi uninominali. Il nuovo codice di comportamento, inoltre, prevede una multa per chi dovesse decidere di cambiare casacca durante la prossima legislatura. Un salasso da 100mila euro contro i «portavoce» intenzionati ad abbandonare i gruppi di Camera e Senato. E si rafforza il potere di Luigi Di Maio. Così una volta fatta la scrematura attraverso l'analisi del comportamento sui social, sarà solo il candidato premier, sentito il parere di Grillo, a stabilire se tra gli aspiranti parlamentari a 5 Stelle ci siano condotte contrarie al codice. Una sorta di «filtro di qualità», il bollino di garanzia da apporre sulla futura classe dirigente.

E l'ultima parola sarà solo di Di Maio.

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