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Macedonia in Ue? Se cambia nome

Tusk pronto a dare l'ok all'ingresso di Skopje. Ma la Grecia non ci sta

Macedonia in Ue? Se cambia nome

I nomi non sono le cose. Lo scriveva Shakespeare, spiegando che una rosa, anche chiamandosi in un altro modo, conserverebbe sempre il suo profumo. Bisognerebbe ricordarlo a Grecia e Macedonia. Se il cammino dell'ex repubblica jugoslava verso l'Ue è ormai tracciato, niente si realizzerà finché non si sarà risolta l'annosa disputa sul nome «Macedonia», conteso dalle due nazioni. Questione di sostanza, e non di forma, per entrambi i protagonisti.

Venerdì il presidente del Consiglio europeo Donald Tusk ha concluso a Skopje, capitale macedone, il tour preparatorio del summit Ue-Balcani occidentali previsto per il 17 maggio a Sofia. Reduce da una serie di visite in Albania, Montenegro, Serbia, Kosovo e Bosnia-Erzegovina, ha espresso pieno appoggio al percorso che dovrebbe portare la Macedonia a entrare nell'Ue. «Avverto un deciso cambiamento e la vostra reale volontà di andare verso la piena integrazione euroatlantica», ha detto il polacco al termine di un colloquio con il premier macedone Zoran Zaev. Al netto di questioni come la libertà d'espressione e la corruzione, «che continuano a essere problemi seri», pochi giorni fa anche la Commissione Ue ha dato l'ok all'avvio dei negoziati. «Avete dimostrato che quando c'è la volontà di superare i fantasmi del passato, c'è modo di andare avanti - ha concluso Tusk riferendosi agli accordi raggiunti con la Bulgaria, altra storica nemica - Spero che lo farete anche con la Grecia».

E in effetti il premier Zaev, in carica da poco meno di un anno, ha dimostrato di voler mettere fine alla questione che va avanti dal 1991. Da quando, cioè, la Repubblica di Macedonia si proclamò indipendente dalla Jugoslavia. Da allora Atene rifiuta di riconoscerle la denominazione, temendo che possa dare adito a future rivendicazioni sull'omonima regione della Grecia settentrionale. A fine febbraio Zaev ha proposto quattro possibili nuovi nomi: Repubblica della Macedonia settentrionale, Repubblica dell'Alta Macedonia, Repubblica della Vardar Macedonia e Repubblica di Macedonia (Skopje). Un puzzle di parole che, spera il capo del governo, metterà d'accordo Atene. In segno di distensione, Zaev ha anche rinominato l'aeroporto della capitale e la principale autostrada, prima intitolati ad Alessandro Magno, figura contesa tra le due nazioni. Ma la questione non è solo politica: nei mesi scorsi anche i rispettivi cittadini sono scesi in piazza per protestare.

La Macedonia è insieme ad Albania, Bosnia, Kosovo, Montenegro e Serbia nella «lista d'attesa» per entrare nell'Ue, con Belgrado e Pristina che potrebbero aderire già entro il 2025. Di certo senza la luce verde di Atene Skopje rimarrà al palo, di nuovo. Perché fu sempre a causa del veto ellenico che, nel 2008, il Paese rimase fuori dalla Nato, mentre l'adesione all'Onu gli fu concessa a patto di entrare con il nome di «Ex Repubblica jugoslava di Macedonia».

Denominazione rifiutata dai macedoni, che però ora potrebbero accettare un compromesso pur di entrare a far parte della famiglia europea.

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