Economia

Macron, deficit al 2,8%. E Di Maio ci prova: "Facciamolo anche noi"

Esecutivo a caccia di coperture per la manovra. Pensioni, penalizzazioni per chi lascia prima

Macron, deficit al 2,8%. E Di Maio ci prova: "Facciamolo anche noi"

L'Italia deve fare come la Francia. Più deficit per finanziare le misure simbolo del Movimento 5 stelle. Peccato che le cose non siano così semplici. Ieri il dibattito sulla legge di Bilancio è stato deviato da notizie che arrivavano da Parigi. Il governo dell'Esagono ha approvato la legge di Bilancio per il 2019, prevedendo un rapporto deficit/Pil al 2,8%, rispetto al 2,6% del 2018.

Il vicepremier e leader pentastellato Luigi Di Maio ha approfittato delle notizie per fare pressione sul ministero dell'Economia e convincerlo a spendere di più. «La Francia per finanziare la sua manovra economica farà un deficit del 2,8%. Siamo un Paese sovrano esattamente come la Francia. I soldi ci sono e si possono finalmente spendere a favore dei cittadini», ha scritto su Facebook il vicepremier Luigi Di Maio, proprio mentre era ancora in corso un vertice con il premier Giuseppe Conte, il ministro Giovanni Tria e il vicepremier Matteo Salvini per mettere a punto le grandi cifre della legge di Bilancio.

Chiaro il messaggio recapitato da Di Maio a via XX settembre. Se Emanuel Macron porta il deficit al 2,6% non ha più senso difendere, come continua a fare Tria, la trincea dell'1,6%. L'Italia deve potere spendere come la Francia, mettere 10 miliardi sul sussidio di cittadinanza caro ai M5s, riformare le pensioni e il fisco.

Il balzo del deficit francese è il risultato di un piano di tagli alle tasse per le imprese e le famiglia. Ma è anche l'effetto di alcune misure, ad esempio la trasformazione del credito di imposta sulla competitività in uno sgravio, e dello slittamento di alcune entrate. Senza queste misure una tantum, ha spiegato il ministro delle Finanze Bruno Le Maire, il deficit francese sarebbe stato all'1,9%. I dati di Di Maio, ha commentato l'azzurro Renato Brunetta, sono «una fake news». Se il deficit dell'Italia andrà oltre l'1,6%, secondo Brunetta, «per noi sarà il disastro. Siamo noi ad aver bisogno dei mercati e non i mercati ad aver bisogno dell'Italia». Riferimento a 400 miliardi di titoli del debito italiano che andranno in scadenza e alla spesa per interessi che continua a salire.

«Che piaccia o meno, il debito francese è più basso di quello italiano e Macron aumenterà leggermente il deficit per tagliare 25 miliardi di tasse ai francesi, non per regalare mance elettorali», ha commentato Mara Carfagna, vice presidente della Camera e deputato di Forza Italia.

Il debito francese quest'anno sarà al 96,4% del Pil, mentre quello italiano è al 130,7%. L'Italia deve ridurlo, un po' perché ha preso l'impegno con l'Europa, ma soprattutto perché dalla credibilità del Paese, come ha ricordato ieri il presidente della Bce Mario Draghi, dipende il costo del debito pubblico.

La legge di Bilancio francese prevede tagli delle tasse per famiglie e imprese, ma per finanziare la riforma fiscale prevede anche tagli alle spese. Come quella per le pensioni e per gli stipendi del pubblico impiego.

Sacrifici assenti nella trattativa sulla legge di Bilancio tra Tria e il resto del governo. Ieri il ministro ha insistito su un deficit all'1,6% rispetto al Pil. Ma non ha escluso che dalla trattativa «politica» con l'Europa possa arrivare qualche margine di spesa in più. Sottinteso, la trattativa politica spetta al premier e ai vicepremier Di Maio e Salvini. Separazione tra politica e ruoli tecnici al centro anche dell'incontro tra il premier Giuseppe Conte e il ragioniere generale dello Stato Daniele Franco.

Per rendere la riforma delle pensioni meno pesante per i conti pubblici il governo sta pensando di fissare quota 100 con 62 anni di età, ma prevedendo una penalizzazione: 1,5% per ogni anno di anticipo.

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