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Macron e Putin, prove (difficili) di avvicinamento

Il presidente francese mantiene la promessa: con il collega russo "dialogo senza concessioni"

Macron e Putin, prove (difficili) di avvicinamento

Fedele alle sue abitudini, Vladimir Putin si è presentato con mezz'ora di ritardo. All'ingresso del Palazzo reale di Versailles - preferito all'Eliseo perché ospita un'importante mostra su Pietro il Grande e i 300 anni di relazioni russo-francesi - lo attendeva Emmanuel Macron, fresco successore di François Hollande, per un'occasione di prima conoscenza personale.

Il presidente russo è il primo leader straniero in visita a Parigi, una visita informale ma importante che cade in un momento delicato delle relazioni tra Paesi occidentali e al tempo stesso una scelta «forte» da parte di Macron, che non ha mai nascosto le distanze che lo separano dal leader del Cremlino su diversi dossier prioritari, a partire da quelli dell'Ucraina e della Siria. «Sarò esigente», aveva assicurato Macron prima dell'incontro, preannunciando «un dialogo risoluto» e «senza concessioni». E infatti lo scambio verbale tra i due leader è stato - come ha poi chiarito il presidente francese - «franco», ossia diretto e senza finzioni, e ha evidenziato «divergenze». È noto che Macron era stato l'unico candidato all'Eliseo a criticare apertamente Putin ed è altrettanto noto che lo «Zar» avrebbe di gran lunga preferito vedere al suo posto, nell'ordine, i filorussi Marine Le Pen (che aveva ricevuto al Cremlino) e François Fillon.

Per sottolineare il punto prima dell'incontro tra i due leader, la ministra francese degli Affari europei, Marielle de Sarnez, aveva ricordato le «differenze» tra Francia e Russia sulle questioni siriana e ucraina, sottolineando la giustezza delle sanzioni europee a Mosca, che «ha fatto qualcosa di totalmente illegale» annettendo la Crimea e agendo a supporto dei ribelli filorussi nella regione orientale ucraina del Donbass.

Con queste premesse, era lecito attendersi una certa freddezza durante la conferenza stampa congiunta che Macron e Putin hanno tenuto dopo le tre ore delle loro conversazioni. Invece il tono usato dai due presidenti è stato cordiale, anche se Putin ha cercato di sottolineare «la ricerca di punti in comune» (citando la lotta al terrorismo) mentre Macron non ha mancato di evidenziare gli aspetti scomodi.

Il presidente francese ha assicurato che rimarrà «costantemente vigilante» sul rispetto dei diritti umani in Russia e in Cecenia, dove ha chiesto in particolare che sia fatta emergere «la verità» sulla sorte degli omosessuali e delle organizzazioni non governative sgradite al Cremlino. Macron ha detto ai giornalisti di aver concordato col suo collega russo «di aggiornarci su questo in modo regolare». Il presidente francese ha anche promesso che il suo Paese darà «una risposta immediata» (evidentemente di natura militare) qualora in Siria vengano nuovamente usate armi chimiche.

Momento difficile quando Putin ha negato che ci siano state interferenze russe nelle elezioni francesi.

Macron ha detto di preferire non più parlarne, ma ha chiarito che i media russi Russia Today e Sputnik «si sono comportati come organi di propaganda menzognera: per questo ho deciso di negar loro accesso al mio quartier generale, e su questo non intendo cedere».

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