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Mafia e Giubileo, Roma nel caos. E Marino è sempre in vacanza

Sindaco in ferie per due settimane tra Caraibi e Usa mentre la città è in subbuglio. Nel Cdm di giovedì commissariamento e fondi per l'Anno santo. Ma lui sarà a New York

Mafia e Giubileo, Roma nel caos. E Marino è sempre in vacanza

L'inadeguatezza di Ignazio Marino sta tutta in questa strana estate romana. Nell'incomprensibile comportamento del sindaco che - con Roma letteralmente in ambasce in vista del Giubileo che si aprirà l'8 dicembre e il Consiglio dei ministri che giovedì prossimo discuterà la relazione di Angelino Alfano su Mafia Capitale - ha pensato bene di andare in vacanza oltreoceano per due settimane.

Il punto, ovviamente, non è il sacrosanto diritto del primo cittadino a farsi le sue ferie in famiglia, quanto l'opportunità di essere così lontano e per così tanto tempo in un momento in cui l'agenda della Capitale è fittissima. Basti dire che fra quattro giorni il ministro dell'Interno presenterà formalmente al governo il dossier su Roma, con tanto di dibattito sull'eventuale commissariamento del Campidoglio. E in quel momento Marino sarà a New York, a sei ore di fuso orario dall'Italia. Poco importa che approfitterà dell'occasione per incontrare il sindaco Bill de Blasio. Intanto in due anni al Campidoglio è la sesta volta che va negli States, ben più del presidente del Consiglio. Insomma, di certo non era un incontro istituzionale particolarmente impellente, anche perché nella Grande Mela Marino era già stato sia nel 2013 che nel 2014. E poi perché la tappa newyorkese arriva dopo due settimane di vacanze con moglie e figlia tra immersione ai Caraibi e una puntata in Texas.

Una situazione quasi surreale. Tanto che sull'argomento si sta discutendo molto in questi giorni sia in Campidoglio che in casa Pd. E questo al di là della facile ironia sullo strano tempismo del sindaco, visto che ogni volta che si allontana da Roma ce n'è una. L'ultima a Capodanno, quando mentre era a sciare sempre negli Stati Uniti i vigili decisero di darsi all'assenteismo selvaggio. Battute a parte, infatti, il problema è che Marino è più all'estero che a in Italia, tanto che il renziano Michele Anzaldi fa notare che «ha già collezionato 15 viaggi in due anni». E spesso e volentieri si trova così lontano da Roma - sia in termini di distanza che di fuso orario - da non poter ricoprire adeguatamente il suo ruolo.

La vicenda del funerale di Vittorio Casamonica è solo l'ultimo caso. Fosse stato più a portata di mano, infatti, avrebbe potuto provare a gestire in maniera diversa la situazione: dal punto di vista istituzionale, sotto il profilo dei rapporti con il Vaticano e anche sul fronte comunicazione, visto che sono tre giorni che i media di tutto il mondo descrivono Roma neanche fosse Corleone.

Molta dell'irritazione di un Matteo Renzi che alla fine aveva deciso di «salvare» Marino nonostante lo scandalo Mafia Capitale è dovuta proprio a questo. Al fatto che il sindaco abbia deciso di concedersi due settimane dall'altra parte del mondo mentre il governo è alle prese non solo con la relazione su Mafia Capitale ma anche con la grande agitazione che si respira in Vaticano, dove il timore è che il Campidoglio sia in grandissimo ritardo in vista dell'apertura della Porta Santa il prossimo 8 dicembre. Peraltro, il decreto che sbloccherà circa 200 milioni di euro per il Giubileo dovrebbe essere approvato proprio nel Consiglio dei ministri di giovedì. L'ennesima ragione per cui Marino avrebbe fatto bene ad essere al suo posto.

In Campidoglio, non a New York.

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