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Di Maio e Crimi trovano la scialuppa di salvataggio per Conte

Le Regionali potrebbero segnare il capolinea per il premier Giuseppe Conte. Luigi Di Maio e Vito Crimi lo sanno e, pur di salvare il governo, stanno per siglare un accordo col Pd anche nelle Marche

Di Maio e Crimi trovano la scialuppa di salvataggio per Conte

“Se non facciamo l’alleanza nelle Marche il governo rischia”. I vertici del M5S, partendo da questa cruda considerazione, hanno deciso di imprimere una svolta nello schema che avevano prefigurato per affrontare le Regionali del 20 e 21 settembre prossimo.

Pubblicamente i Cinquestelle smentiscono, ma sottobanco sono fitti gli incontri per suggellare l’accordo segreto col Pd. "Non possiamo allearci in una Regione dove per cinque anni siamo stati all'opposizione del Pd, e questo vale anche per le Marche", ha giurato soltanto ieri al Fatto Quotidiano Vito Crimi. Ma, secondo le nostre fonti il reggente del M5S starebbe lavorando insieme al suo predecessore, Luigi Di Maio, a una possibile alleanza col Pd. Un’ennesima giravolta, tipica dei Cinquestelle, che deriverebbe dalla convinzione che, solo tenendo le Marche, il governo Conte-bis potrà sopravvivere “perché in Puglia Emiliano rischia, mentre in Liguria l’alleanza giallorossa fallirà”. “Le Marche sono scialuppa di salvataggio del governo”, spiega a ilGiornale.it un’autorevole fonte molto vicina ai vertici nazionali del Movimento.

Il problema è che le Marche sono un territorio molto particolare, governato per tutta la Prima Repubblica dalla Dc e, poi, dal Pd. Gli ultimi sondaggi, però, non sono affatto buoni per il partito di Nicola Zingaretti. Anzi, il candidato del centrodestra, il meloniano Francesco Acquaroli sarebbe in vantaggio di 8 punti sul sindaco di Senigallia, Maurizio Mangialardi che il Pd ha scelto dopo aver deciso di non ricandidare il governatore uscente Luca Ceriscioli. Col centrodestra al 48% e il centrosinistra al 40% diventa determinante il 9% che i sondaggi attribuiscono al M5S. Un’alleanza tra giallorossi potrebbe ribaltare un esito che appare già segnato, ma l’intesa può arrivare solo se il Pd decide di ritirare il suo candidato. Il nodo del problema è proprio questo, come ha ammesso anche il senatore e ‘facilitatore regionale’ Giorgio Fede: "La verità – ha dichiarato al Foglio - è che nel Pd non hanno voluto un candidato terzo". La conditio sine qua non per i grillini è proprio questa: trovare “una figura terza”, digeribile per la base pentastellata che ha già votato il consigliere comunale di Tolentino, Gian Marco Mercorelli come candidato presidente del M5S.

Insomma, le Marche aspettano il loro ‘Giuseppe Conte’. Il nome che circola più insistentemente è quello di Sauro Longhi, ex rettore dell’Università Politecnica che, nel gennaio scorso, è sceso nell’agone politico regionale con una lista civica: ‘Le Marche Ideali’. Longhi, in un primo momento, sembrava fortemente intenzionato a presentarsi alle Regionali, ma un mese fa aveva annunciato d’aver cambiato idea perché, a suo avviso, non c’erano le condizioni per un progetto innovativo come il suo. “Il progetto che con forza e determinazione stiamo portando avanti è quello di fondare una area civica progressista capace di far convergere idee e proposte per la rinascita delle Marche”, aveva spiegato sottolineando che quest’area avrebbe dovuto saper “accogliere le idee del centrosinistra” e “aprirsi alle proposte del Movimento 5 stelle e delle tante associazioni di impegno civico, con il contributo di tutti, nel rispetto delle proprie esperienze e idealità”. Per questo motivo Longhi potrebbe essere la persona giusta dal momento che, ci assicurano le nostre fonti, “piace sia al Movimento e sia al Pd”. Che i giallorossi abbiano trovato il loro candidato è ancora presto per dirlo, ma l’accordo tra Pd e M5S è prossimo ad essere siglato.

Le Marche, Regione prevalentemente nota per ospitare l’azienda dei Della Valle, rischiano di diventare per ‘Giuseppi’ decisive quanto l’Ohio per TheDonald.

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