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"Mai parlato con Attali o Napolitano Basta falsità"

"Mai parlato con Attali o Napolitano Basta falsità"

Roma Un tweet che è più di una smentita, quello di Antonio Tajani. Il presidente del Parlamento europeo e vicepresidente di Forza Italia sbugiarda la ricostruzione dell'opposizione degli azzurri a Marcello Foa presidente della Rai, fatta da La Verità. Non ci sta, soprattutto perché cerca di mescolare artificiosamente i suoi due ruoli.

«Ecco come si costruiscono le fake news - scrive su Twitter- per imbrogliare gli italiani. Mai parlato con Attali né con Napolitano della vicenda Rai né di altro. Non prendo ordini da Parigi, né da Berlino, né da Mosca, né dagli Usa. Da cattolico rispondo solo alla mia coscienza. Bugia smascherata. Scuse?».

Se le scuse arriveranno si vedrà, difficile, ma Tajani ci tiene a demolire il racconto di un Silvio Berlusconi che «aveva detto due sì a Foa» e «poi si è mosso l'asse Ue-Napolitano», come dice il titolo. Sarebbe arrivata all'ex-presidente della Repubblica la «strana telefonata» di «una delle eminenze grigie più luciferine d'Europa, Jacques Attali, l'uomo che ha inventato Emmanuel Macron, nemico numero uno di euroscettici e sovranisti», preoccupato che una Rai guidata da Foa potesse contagiare la Francia (?) e favorire Marine Le Pen. Napolitano avrebbe consigliato di far intervenire Tajani, per bloccare l'operazione. Così Matteo Salvini, dopo aver convinto in extremis il leader azzurro, alla fine si è sentito rispondere no.

Molta fantasia, molta verve complottistica, molta logica forzata, che il numero due azzurro marchia come una fake news. Tra l'altro, il pezzo fa un parallelo tra il no a Foa e quello a Paolo Savona ministro dell'Economia: «Stesso mandante, l'europotere di Bruxelles con fortissimi addentellati a Parigi. Con una parte di Forza Italia, quella più irrequieta ed europeista, come esecutrice materiale del blitz. Imbeccata dall'ombra dell'ex capo dello Stato, Napolitano».

Sfugge il raccordo tra Napolitano e Tajani e comunque, per chi ragiona terra terra, l'episodio rievoca piuttosto il Salvini trionfante che, come stavolta, annunciava a Di Maio durante la gestazione del governo, «ho risolto tutto io con Berlusconi», per poi venire puntualmente smentito.

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