Politica

Di Maio-Di Battista, il ticket separato in casa

Insieme sull'isola a sostegno di Cancelleri: entrambi sognano la leadership

Di Maio-Di Battista, il ticket separato in casa

Sono sbarcati in Sicilia e puntano tutto sul Fattore C. Più che complementari, Luigi Di Maio e Alessandro Di Battista sono competitivi. Nemici, dentro, in pieno stile di quella politica che tanto attaccano. Si marcano come facevano Giulio Andreotti e Arnaldo Forlani nel 1992, prima della strage di Capaci, con quel «Arnaldo se ti candidi tu alla presidenza io mi ritiro», «Giulio se ti candidi tu mi ritiro io»; come D'Alema e Veltroni tra gli ex comunisti o Bertinotti e Cossutta tra i comunisti. Di Maio è il più giovane, ha compiuto 31 anni il 6 luglio, da quattro è vicepresidente della Camera, milita nel Movimento dal 2007 e praticamente sei mesi dopo già pensava a quando avrebbe fatto il candidato premier. Di Battista ha qualche anno di più, ne ha compiuti 39 due giorni fa, si è candidato la prima volta con il Movimento nel 2008 alle comunali di Roma, ha pensato subito di «mollare tutto», è stato eletto alla Camera nel 2013 e si è subito distinto: due anni dopo è per The New York Times il vincitore della classifica delle bugie del 2014. Dibba fece il primo sorpasso un'estate fa, con uno di quegli scooteroni a tre ruote. Ci attaccò sopra l'adesivo #iodicono, girò l'Italia con il «Costituzione Coast to Coast» e alla fine si prese tra i suoi il merito che fossero stati i grillini ad affossare il referendum. Fu allora che il M5s iniziò a volare nei sondaggi elettorali. Così Dibba sembrò superare Gigi nella corsa al premierato. Intanto lo scooter andò all'asta, lo acquistò l'ex editore dell'Unità e questo rese felice Dibba. Perché, prima del 2008, Di Battista girava per l'America Latina e aveva altri riferimenti politici. Lo raccontò lui stesso a quel gruppetto di irriducibili comunisti del Manifesto: «Quando stavo in Nicaragua mandai a una vostra mail un mio reportage: l'articolo non venne pubblicato. Allora lo inviai a Casaleggio, finì nel suo blog ed è così che nacque il primo legame con Gianroberto». I lettori del Manifesto ringraziano, pure gli elettori grillini applaudono. «Perché con Di Maio e Di Battista si può vincere», dicono. Ecco il punto, ed ecco il ticket, ieri sera insieme sul palco di Marina Di Ragusa per lanciare Giancarlo Cancelleri, il candidato M5s alle regionali siciliane. Il test sarà decisivo. Qui in passato si schierò Grillo, che ora è già in ferie.

Di Maio e Di Battista, invece, staranno un mese insieme, nelle piazze siciliane. Saranno le prove generali delle prossime politiche. Nell'ultimo week-end di settembre, a Rimini, Grillo annuncerà il candidato premier: ci si arriverà con un doppio turno, il che dovrebbe limitare le sorprese, scremare i candidati minori e favorire una corsa a due, forse a tre: Di Maio, Di Battista e Roberto Fico. Se il primo avrà la meglio, al «rivoluzionario» Alessandro spetterà un ruolo da candidato vicepremier e un certo controllo sul M5s. A «lavorare» penserà Di Maio, che già si smazza i rapporti con i sindaci e i «boiardi» pentastellati.

Lui pensa di saperci fare: ha studiato gli intramontabili democristiani dell'Irpinia, mentre Dibba scriveva lettere a Il Manifesto.

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