Politica

Di Maio cambia linea: lasciato solo da tutti ora grida al sabotaggio

Nella mail ai parlamentari M5s giustifica il flop delle sue mosse. E adesso avverte: niente ammucchiate

Di Maio cambia linea: lasciato solo da tutti ora grida al sabotaggio

S i ricorre alla parola di facile lettura e gradevole senso, soprattutto a orecchie grilline. «Sabotaggio!», si grida ai quattro venti e il capo politico Luigi Di Maio l’ha pure messo giù, nero su bianco, nella email indirizzata ai parlamentari pentastellati (presidente Fico compreso). Di Maio deve far digerire un nuovo cambio di rotta alla navicella guidata «da remoto». «Assieme a Danilo e Giulia - scrive il capo politico riferendosi ai capigruppo Toninelli e Grillo - abbiamo cercato fino alla fine di dare un governo che offrisse finalmente soluzioni a questo nostro martoriato Paese. Ora la palla passa a loro». Noi ce l’abbiamo messa tutta, e tutta ce la metteremo per l’«abolizione dei vitalizi prima delle urne», aggiunge. Però, e questo è il primo passaggio significativo, se la palla passa a loro, a loro tocca anche il surplus di responsabilità: «noi siamo quelli che hanno mostrato di averne più di tutti, ora tocca agli altri». Al di là della richiesta di elezioni anticipate, infatti, e dei soffietti di simpatia per il presidente Mattarella, «l’unico davvero corretto con noi», i grillini hanno messo nel conto una seconda e più realistica possibilità, quella di un governo centrodestra-Pd, con pesi invertiti rispetto al recente passato, a guida leghista (Giorgetti). Ammucchiata anti-M5s, l’hanno subito ribattezzata. «Voglio vederli in aula, noi abbiamo 338 parlamentari, ogni provvedimento che faranno ci vorranno due settimane... non sarà così facile», gongola sotto sotto Di Maio. Il quale sembra assai più preoccupato di far giungere un altro messaggio, sia ai suoi che al Colle: se i grillini sono invitati a tornare «a parlare nelle piazze e in tv», nessuno in Rai pensi di poter tornare a trattare M5s come prima. «Nelle ultime ore - spiega Di Maio - abbiamo saputo che sono di nuovo partite le richieste ai Tg Rai di fare servizi contro di noi. Negli ultimi 50 giorni ci avevano trattato con i guanti bianchi perché avevano paura che andassimo al governo e sostituissimo i direttori. Lo faremo molto presto grazie a una legge finalmente meritocratica». L’annuncio del capo di M5s è perentorio, anche perché a luglio entra in vigore la riforma voluta da Renzi e il Cda della Rai cambierà modalità di elezione e nomina (da nove, i consiglieri passeranno a sette). Il 30 giugno il vecchio Cda decadrà: che si vada alle urne in autunno o che ci sia il governo «di tregua», i grillini non tollereranno più di essere derisi come i baluba della politica. «Non possono sputare in faccia a 11 milioni di elettori che ci hanno votato, esigiamo rispetto», dicono ora che sono tornati sul piede di guerra. «Non abbiamo paura dei loro servizi in mala fede», aggiunge Di Maio. Però sottintendendo che «loro» dovranno scendere a patti e spartire le testate Rai con M5s. «Renderemo la vita durissima a chiunque si metta di traverso, governissimo o direttore di Tg che sia», promettono. Si combatterà palazzina per palazzina, a Saxa Rubra.

Cecchinaggi e tradimenti compresi nel prezzo.

Commenti