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Di Maio attacca (ancora) l'Ue: "Gli squali sentono il sangue e azzannano"

Di Maio rilancia la sfida a Bruxelles: "Questa Europa ha sei mesi di vita". E scommette tutto sulle elezioni del 2019: "Le regole cambieranno il giorno dopo il voto"

Di Maio attacca (ancora) l'Ue: "Gli squali sentono il sangue e azzannano"

La sfida è lanciata. All'indomani della bocciatura della Commissione europea alla manovra economica, Luigi Di Maio parte all'asslto dell'Unione europea. "Sapevamo che questa misura economica non sarebbe piaciuta, ma tra sei mesi questa Europa sarà finita", mette in chiaro il vicepremier grillino annunciando, in una intervista al Corriere della Sera, l'intenzione di voler cambiare tutte le regole comunitarie una volta che l'asse populista avrà vinto le elezioni europee del 2019.

"Non c'è nessun piano B". Questo Di Maio lo mette in chiaro sin da subito. La manovra, che fissa il rapporto deficit/Pil al 2,4%, resta così com'è, piaccia o no ai vertici di Bruxelles. "Per me l'appartenenza all'Unione europea non è in discussione così come non è in discussione l'uscita dall'euro - chiarisce Di Maio - è la Commissione che ha sei mesi di vita, dopodiché nessuno di questi soggetti farà più il commissario". Alle prossime europee, secondo il capo politico del Movimento 5 Stelle, ci sarà in tutti i Paesi membri "un tale terremoto contro l'austerity che le regole cambieranno il giorno dopo le elezioni". Per quanto riguarda le prossime mosse del governo gialloverde, si andrà avanti nel solco tracciato dalla nota di aggiornamento del Def. Pertanto il rapporto deficit/Pil resterà al 2,4%, anche nella legge di Bilancio, e verrà finanziate in deficit la flat tax, il reddito di cittadinanza e l'abolizione della legge Fornero. "Questa manovra - spiega Di Maio al Corriere della Sera - noi la vogliamo discutere con le istituzioni europee. Loro non sono d'accordo con il nostro livello di deficit, però se è vero che sono aperti al dialogo anche noi lo siamo. C'è tutta la volontà di spiegare la manovra del popolo, che ripaga la gente di tanti torti e ruberie".

Per quanto riguarda le dure critiche arrivate dai vertici di Bruxelles, Di Maio cerca di abbassare il livello dello scontro. "Non sono nato ieri - dice - presidente e commissari non vengono da Marte, sono tutti in campagna elettorale e rappresentano partiti in enorme difficoltà, che si sono messi in testa di fare l'asse antipopulista con Pd e Forza Italia". A Jean-Claude Juncker e a Pierre Moscovici, in particolare, il vice premier grillino ricorda che "il 4 marzo hanno perso le elezioni" e che quindi "gli italiani non li seguono". "La nostra manovra vale 40 miliardi, supera la legge Fornero, dà il reddito di cittadinanza e abbassa le tasse alle imprese - incalza - non è populismo, è un governo che mantiene le promesse". Quindi la stoccata finale: "Se andiamo in Parlamento con l'idea di cambiare il 2,4% di deficit, gli squali sentono il sangue e azzannano.

Non c'è un piano alternativo".

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