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Di Maio ha deciso di esiliare Spadafora: già pronta la candidatura in Campania

Nel 2020 il sottosegretario dovrebbe correre per la poltrona di governatore

Di Maio ha deciso di esiliare Spadafora: già pronta la candidatura in Campania

Roma - Luigi Di Maio vuole «esiliare» il braccio destro Vincenzo Spadafora in Campania. Il capo politico del M5s pensa al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, delegato alle Pari opportunità, per la corsa alla guida della Regione nel 2020: Spadafora, escluso dalla squadra dei ministri grillini e retrocesso nel sottogoverno, proverà a «riciclarsi» nella sua terra. Dove potrà contare su una solida e trasversale rete di relazioni. Il nome dell'ex presidente Unicef è saltato fuori ad inizio della scorsa settimana, nel corso di una riunione riservata che si è tenuta nella Capitale tra Di Maio, Dario De Falco, fedelissimo del capo politico del M5s, e una pattuglia di parlamentari campani. Il candidato governatore del M5s doveva essere l'ex capogruppo in Regione Valeria Ciarmabino, già referente di Di Maio per la campagna elettorale alle politiche: il nome della Ciarambino, però, non univa il gruppo campano del M5s. Nei primi tre anni della legislatura, in più di un'occasione Di Maio è stato costretto ad intervenire per contenere i malumori dei consiglieri regionali. La virata su Spadafora sarà utile per due motivi: da un lato compatta il gruppo locale, dall'altro si libera di un peso che negli ultimi mesi ha rischiato di affondare la sua stessa leadership.

Il passato di Spadafora, da ex Margherita e Udeur, non è mai stato accettato dagli storici del Movimento. E la libertà di azione concessa da Di Maio al suo braccio destro ha irritato la componente degli ortodossi. A un passo dall'ingresso nel governo, Spadafora è stato silurato, dopo la pubblicazione di un articolo de Il Fatto Quotidiano in cui veniva ripresa una vecchia storia sui legami tra il sottosegretario e Angelo Balducci, l'ex presidente generale del Consiglio superiore dei lavori pubblici.

La presenza di Spadafora cominciava insomma ad essere ingombrante per Di Maio. Da qui è nata l'idea della missione in Campania. Che sa tanto di purgatorio. C'è l'ostacolo del regolamento grillino, che vieta ai parlamentari di correre per altri incarichi elettivi: Spadafora (seguendo l'esempio di Roberta Lombardi nel Lazio) dovrebbe dimettersi da deputato. La legislatura si conclude nel 2020. Ma l'esperienza di Vincenzo De Luca potrebbe terminare anche prima: a fine mese è atteso il verdetto nel processo Crescent, la struttura residenziale che sarà costruita sul lungomare di Salerno. Il pm ha chiesto la condanna di De Luca a 2 anni e 10 mesi per abuso d'ufficio e falso: se dovesse arrivare la condanna, per De Luca si aprirebbe la finestra della sospensione per effetto della legge Severino. Uno scenario che accelererebbe la corsa al voto.

E il M5s si tiene pronto: Spadafora lavora alla propria candidatura, tra riunioni riservate con imprenditori e amministratori, e manifestazioni pubbliche come il gay Pride di Pompei.

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