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Di Maio rispolvera il "vaffa" contro l'ex alleato

Il leader a testa bassa: "Gliel'ho pure detto al telefono, farai la fine del Matteo del Pd"

Di Maio rispolvera il "vaffa" contro l'ex alleato

Colpire la Lega come se fosse il Pd di Renzi. Il M5s è tornato al linguaggio di fuoco degli anni ruggenti. Con un nuovo nemico pubblico: Matteo Salvini e un altro cavallo di battaglia: il taglio dei parlamentari. La giornata delle dichiarazioni contro l'ex alleato è cominciata con un lungo post su Facebook pubblicato dal capo politico Luigi Di Maio. «Gli italiani stanno affrontando una crisi di governo assurda voluta dalla Lega. Evidentemente in questo anno la Lega ha passato il tempo a controllare i numeri dei sondaggi», ha scritto Di Maio nel suo messaggio-verità. In realtà la crisi di governo aperta da Salvini ha colto totalmente di sorpresa il M5s, che aveva già formalizzato al Carroccio un'offerta per il rimpasto e una nuova composizione del governo a traino leghista. Per Di Maio «hanno fatto cadere il primo governo vicino al popolo dopo decenni di sanguisughe, portandoci a votare in autunno». L'invettiva è proseguita con un excursus storico: «Non si votava in autunno dal 1919, non so se lo sapevate. Esattamente da 100 anni».

Nella strategia di comunicazione del Movimento è centrale la rivendicazione delle cose fatte durante l'esperienza gialloverde: «Questo governo ha fatto un mare di cose e non lo dico con arroganza, ma semplicemente considerando i dati. È stato retto per due terzi dal Movimento 5 stelle, guidato da un presidente del Consiglio che non meritava il trattamento che gli hanno riservato». Il leader pentastellato poi si è lanciato in un parallelismo con l'altro Matteo, Renzi. «Anche l'inganno prima o poi si paga. Basta vedere che fine ha fatto quello dello stai sereno», ha ricordato Di Maio. È il prologo dell'ennesima campagna elettorale grillina da giocare sulla presunta superiorità morale del «noi e loro». Così la Lega «potrà tornare a difendere gli interessi di Autostrade e simili», dice. E attacca: «Quando stavamo per abolire la prescrizione, riformare la giustizia e far saltare le concessioni ai Benetton, guarda caso hanno fatto cadere tutto».

Di Maio ha definito «egoistica» la scelta degli ex alleati di staccare la spina. Ha parlato anche di superbia, rivelando un aneddoto dell'ultima telefonata tra lui e Salvini: «Queste cose nella storia si pagano, l'ho detto anche nell'ultima telefonata a Salvini prima della fine. La superbia non ha mai portato lontano nessuno». L'attacco è concentrico. C'è un post del Blog delle Stelle, apparso nel pomeriggio di ieri, in cui vengono elencati tutti «i danni che subiranno gli italiani» a causa della crisi di governo provocata da Salvini. Ha esordito il M5s: «Salvini ha fatto cadere il governo in pieno agosto. Dopo poche ore Autostrade, a cui il M5s stava per revocare la concessione, ha guadagnato milioni e milioni di euro in borsa». Quindi l'elenco dei danni. Dall'aumento dell'Iva al blocco di alcune riforme che aveva in cantiere il governo: «taglia poltrone», acqua pubblica, riforma della giustizia, legge sulla sanità, salario minimo. Per i grillini è colpa della Lega se non saranno revocate la concessioni ad Autostrade e se «non nascerà la Commissione d'inchiesta sulle banche». Da qui al voto la musica non cambierà.

Il mantra è attaccare Salvini come se fosse Renzi.

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