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Di Maio a Salvini: "Basta provocazioni, noi cresciamo e la Lega va in paranoia"

In un lungo post sulla sua pagina Facebook, Luigi Di Maio attacca il leader leghista: "Basta provocazioni, non se ne può più!". E sulle misure chiave rilancia: "Ora tavolo su flat tax e salario minimo"

Di Maio a Salvini: "Basta provocazioni, noi cresciamo e la Lega va in paranoia"

Con la campagna elettorale per le europee che entra nel vivo, dopo il caso Siri è il tema della legalizzazione della cannabis a dividere il governo gialloverde.

Una questione sulla quale il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, ha attaccato duramente gli alleati pentastellati, mettendo anche in discussione la tenuta stessa del governo. “Il governo rischia sì, nel senso che se qualche grillino continua a insistere sullo status di spacciatore, sulla legalizzazione e distribuzione delle droghe, a difendere negozi che vendono droga e feste nelle quali si semina droga allora su questo il problema c'è, ed è grande come una casa", ha detto ieri il leader leghista da Ascoli Piceno.

Un attacco, l'ennesimo, che non è piaciuto all’altro vice premier, Luigi Di Maio, che in un lungo post su Facebook si è scagliato contro la Lega: “Evidentemente dopo aver visto gli ultimi sondaggi che davano in ripresa il Movimento sono andati in paranoia – ha scritto - non a caso hanno ricominciato a parlare di grembiulini, armi, province e ora arrivano persino ad inventarsi che siamo a favore della droga (che è folle solo pensarlo). E vedrete che fra poco inizieranno a buttare in mezzo altre provocazioni”.

Di Maio parla di “strategia precisa” messa in campo dal Carroccio per cercare di “riprendere consenso” in vista dell’appuntamento con le urne per il rinnovo del Parlamento europeo, “creando lo scontro su temi divisivi per la popolazione”. Mi dispiace davvero che si arrivi a questo, ovvero a sparlare di tutto pur di riprendere qualche voto in più – continua nel post - quindi il mio invito alla Lega è: basta strategia, basta calcoli elettorali, basta provocazioni: non se ne può più!”.

Poi però tende la mano all’alleato di governo e rilancia sulle misure chiave, come la flat tax e il salario minimo. “C'è un contratto, portiamolo avanti”, scrive Di Maio, invitando il leader leghista a sotterrare l'ascia di guerra.

“Meno tasse e stipendi più alti agli italiani – conclude - l'obiettivo è questo, migliorare il Paese, non inseguire i sondaggi”.

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