Politica

«Malati di mente tra i jihadisti Presto altri attentati in Europa»

Il rapporto Europol spaventa il Continente. Nel mirino soprattutto la Francia Il 20% delle reclute Isis ha avuto problemi psichici e l'80% precedenti penali

Fausto BiloslavoLo Stato islamico sta preparando nuovi attacchi in Europa. L'obiettivo prioritario sarebbe sempre la Francia, ma anche Londra e altri Paesi Ue sono nel mirino. Per gli attacchi nel vecchio continente il Califfato ha costituito un comando per le «operazioni all'estero». Ed esistono mini campi di addestramento pure nel vecchio continente, soprattutto nei Paesi balcanici. Non solo: l'80% delle reclute del Califfo giunte dall'Europa hanno la fedina penale sporca ed almeno il 20% soffriva di disturbi mentali.L'allarme arriva da un rapporto di Europol, l'agenzia comunitaria anticrimine, presentato ieri a Bruxelles in occasione della riunione ministeriale Ue. «Sappiamo che hanno una forte capacità di mettere a segno attentati su larga scala» dichiara Rob Wainwright, direttore dell'agenzia. «Lo Stato islamico sta preparando più attacchi in stile Mumbai da eseguire nei Paesi della Ue e in Francia in particolare» sostiene il rapporto. A Mumbai nel 2008 sono stati presi d'assalto alberghi e luoghi pubblici, i cosiddetti obiettivi soft, compiendo una strage.Dall'Italia si getta acqua sul fuoco. «Massima attenzione» ad ogni segnalazione ma «nessuna minaccia specifica» secondo il Comitato di analisi strategica antiterrorismo. Forse siamo troppo ottimisti. Dalla provincia libica del Califfato sono arrivate, di recente e a più riprese, minacce esplicite e dirette contro Roma e il Vaticano.«Ci sono tutte le ragioni - si spiega nel rapporto - per aspettarsi che l'Is (Stato islamico, nda), terroristi ispirati all'Is o altri gruppi di ispirazione religiosa» siano intenzionati a sferrare un attacco terroristico «in Europa per provocare una strage di massa tra la popolazione civile».Secondo Europol l'Is ha sviluppato un comando per le operazioni all'estero per l'addestramento di «forze speciali» che compiranno attentati in Europa, come quello di Parigi del 13 novembre. Gli investigatori europei sottolineano che «oltre alle strutture in Siria esistono, in scala minore, dei campi di addestramento nella Ue e nei Paesi balcanici».L'Europol evidenzia anche una minaccia legata all'immigrazione. «Un imminente pericolo - si legge nel rapporto - è la possibilità che elementi sunniti della diaspora dei rifugiati siriani siano vulnerabili alla radicalizzazione, una volta giunti in Europa». E vengano reclutati dagli estremisti islamici. Lo studio conferma che sono circa cinquemila i volontari europei della guerra santa internazionale, ma si conoscono i dettagli solo di 3700. Europol rivela che «una porzione significativa di combattenti stranieri (il 20% secondo una fonte, di più per un'altra fonte) ha avuto problemi mentali prima di arruolarsi nell'Is. Un'ampia parte di reclute (oltre l'80%) ha precedenti penali» per reati minori e più importanti. Uno degli Stati membri dell'Unione, che non viene nominato, ha segnalato come molti combattenti rientrati in patria dopo l'esperienza di guerra in Siria «abbiano ripreso le loro attività criminali».Un paragrafo delle otto pagine del rapporto è dedicato all'utilizzo della rete e delle applicazioni come WhatsApp, Skype e Viber per le comunicazioni fra i terroristi.

Lo Stato islamico e altri gruppi estremisti «utilizzano internet ed i social media rendendosi invisibili ai controlli dell'intelligence e delle agenzie di sicurezza».

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