Cronache

Maltrattava la figlia "troppo grassa". Mamma allontanata dalla famiglia

Ossessionata dal peso forma, sosteneva che la ragazza, 16 anni, non dovesse superare i 50 chili. Denunciata dai parenti

Maltrattava la figlia "troppo grassa". Mamma allontanata dalla famiglia

Davanti alla tavola le impediva di mangiare insultandola e ricordandole quanto «fosse grassa». Non solo. Ogni giorno denigrazioni e botte per farle capire che non poteva neppure desiderare altro cibo se non quello offertole in casa. E se il suo peso aumentava anche solo di un etto, l'aggressività della madre era incontenibile. La vittima, una figlia di 16 anni, per mesi ha subito maltrattamenti fisici e psicologici - tanto che, pur essendo alta un metro e 72 centimetri, per la madre non poteva superare i 50 chili di peso - fino alla denuncia alla Squadra Mobile di Como presentata dalla zia, medico e sorella del padre. Da qui l'inchiesta della Procura per i gravi disturbi della giovane che ha accusato frequenti svenimenti, la scomparsa del ciclo al limite dell'anoressia. La donna, 47 anni, è stata così allontanata dalla casa familiare con l'accusa di maltrattamenti aggravati, con il divieto assoluto di avvicinare la figlia in ogni luogo da lei frequentato, e di cercare di contattarla con qualunque mezzo.

Questa di Como è una storia emblematica di come il tema del cibo e dei disturbi alimentari possa trasformarsi in un mix patologico nella psiche proprio di chi - come i genitori - dovrebbero aiutare i figli adolescenti ad avere con un corretto comportamento a tavola. Ma qui è proprio una madre ad essere bisognora di cure psicologiche. Lo scorretto rapporto con il cibo sembra essere un disagio tipicamente femminile considerata l'enorme differenza di prevalenza di genere, che si riscontra nell'insorgenza di questi disturbi, pur colpendo, in misura minore, anche gli adolescenti di sesso maschile.

La grande espansione - sottolinea il sito psicoterapiarca - ne fa comunque l'indicatore più diffuso del disagio psicologico femminile in adolescenza. Le difficoltà che vi sottendono possono essere più o meno gravi, di conseguenza questi disturbi possono essere collocati nell'ambito di una violenta, ma passeggera, crisi adolescenziale, oppure tendere a strutturarsi in una patologia. Come gli altri comportamenti problematici che si manifestano in adolescenza (abuso di sostanze, tentati suicidi, fughe..) segnalano la necessità di scaricare attraverso un'azione ciò che non può essere detto o pensato.

«I dati provenienti dalle ricerche - spiega la dottoressa Laura Nannucci - dimostrano che nelle società occidentali, o in quelle che ad esse si ispirano, le donne, gli uomini e persino i bambini ricercano un'immagine del corpo ideale. In tali società vari fattori socioculturali contribuiscono ad enfatizzare il valore attribuito alla magrezza (soprattutto delle donne). Gli espedienti che vengono utilizzati per raggiungerla spaziano dall'esercizio fisico fino alle diete più disparate. In questi paesi si stima che il 60% della popolazione sia, o sia stato, a dieta per un certo periodo della vita.

È probabilmente questa la ragione per cui l'incidenza dell'anoressia e della bulimia è maggiore, ed ugualmente diffusa, nei paesi industrializzati.

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