Elezioni Politiche 2018

Il malumore degli esclusi. Il partito: "Critiche infondate"

Il malumore degli esclusi. Il partito: "Critiche infondate"

Roma - Le proteste di Nunzia De Girolamo, sicura di passare come capolista in Campania ma «retrocessa» dopo Cosimo Sibilia, si esauriscono come la classica tempesta nel bicchiere. Quando la De Girolamo ha chiesto l'azzeramento dei vertici campani di Forza Italia, responsabili a suo dire di questa «gaffe», il partito ha risposto con una nota ufficiale che non lascia dubbi né sulla correttezza del metodo né sulle ragioni politiche della scelta stessa. Chi ha stilato la lista, è il succo del comunicato, non va cercato nei vertici campani (la De Girolamo se l'era presa in particolare con Domenico De Siano, coordinatore regionale, a suo dire responsabile di una scelta non in linea con i vertici del partito e del quale chiedeva le dimissioni). «Come già ampiamente ribadito - recita il comunicato - le liste sono frutto delle decisioni del tavolo nazionale di Forza Italia. Le critiche nei confronti di De Siano sono infondate. Il senatore ha ottemperato con correttezza a quanto richiesto da Forza Italia che non può che rinnovargli fiducia e stima». Quasi a tempo scaduto era intanto arrivato l'inserimento della De Girolamo come capolista nel proporzionale in Emilia Romagna (al posto della Gelmini), conservando comunque il posto nel listino in Campania. Per la diretta interessata questa soluzione suona come un risarcimento, comunque gradito. Almeno stando alle dichiarazioni fatte ieri in tv: «Sono onorata e felice di poter servire gli emiliani in questa campagna elettorale. Il centrodestra unito e Forza Italia in Emilia possono vincere contro una sinistra divisa come non mai e 5 Stelle non credibili».

Maggiore classe e senso di responsabilità ha mostrato un altro degli esclusi eccellenti: Andrea Augello. Che mostra il fuoco di un'antica passione politica: «Sono militante da quando avevo tredici anni - commenta - non mi fermerò certo adesso». Altro genere di malumori sono quelli che covano, invece, sotto la cenere in casa di Massimo Palmizio, coordinatore (ora dimissionario) in Emilia Romagna. Troppi i nomi «esterni» catapultati qui dall'alto. Il diretto interessato tace. Altri, invece, si preoccupano di gettare acqua sul fuoco. Come il capogruppo azzurri in Regione Emilia Romagna, Galeazzo Bignami. «L'esclusione di Massimo? - spiega - È stata una valutazione che corre lungo il rapporto diretto tra lui e il presidente e, per questo, va rispettata e semplicemente osservata».

D'altronde è anche fisiologico un certo malumore tra gli esclusi, dal momento che, come fa sapere la direzione di Forza Italia, le liste confezionate per questa campagna elettorale rispondono a una forte esigenza di rinnovamento. Oltre l'80% dei nomi messi in campo è in campo per la prima volta. I tanti nomi di leader e di navigati parlamentari ancora in campo non devono illudere. Il ricambio è molto forte. Certo, ci sarà da recuperare un rapporto con la base locale, che questo sistema elettorale, di sicuro rischia di non premiare.

Lo dice lo stesso Augello: «Ora mi toccherà convincere due sindaci e una cinquantina di amministratori locali, solo nel Lazio, che vale la pena di votare il centrodestra anche senza di me».

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