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Mamme morte di parto Per gli ispettori del ministero medici e infermieri non hanno colpe

Non ci sarebbero responsabilità a carico degli ospedali coinvolti nei quattro casi di donne in gravidanza morte nei giorni scorsi. Emerge dai primi dati delle ispezioni effettuate dagli ispettori del ministero della Salute, a cui i nei prossimi giorni verranno consegnate le relazioni finali. Potrebbe trattarsi, dunque, di «una drammatica casualità» come aveva ipotizzato giorni fa il ministro Beatrice Lorenzin. I casi in questione, in cui a perdere la vita sono state sia le mamme che i piccoli che portavano in grembo, si sono verificati nell'arco di una settimana a dicembre in quattro ospedali: il San Bonifacio (Verona), dove è morta in sala parto Anna Massignan, l'ospedale di Bassano del Grappa, dove a perdere la vita è stata Marta Lazzarin, che era alla ventisettesima settimana di gravidanza, l'ospedale Sant'Anna di Torino, dove gli ispettori inviati dal ministero hanno indagato sul decesso di Angela Nesta, e l'ospedale di Brescia dove è morta Giovanna Lazzari. In quest'ultimo caso, come già reso noto dal direttore generale degli Spedali Civili di Brescia, Ezio Belleri, la causa del decesso fu dovuta a un'infezione batterica. Nella notte tra il 7 e l'8 di dicembre si era registrata anche un'altra morte sospetta, quella di Leopoldo Cacciotto, 47 anni, arrivato all'ospedale Papardo di Messina con forti dolori addominali. L'uomo era stato ricoverato e sottoposto solo dopo qualche ora, a una Tac. Ma poco prima di entrare in sala operatoria per un intervento d'urgenza, aveva smesso di respirare. I familiari hanno sporto denuncia e la Procura ha aperto un'inchiesta che vede due medici indagati come atto dovuto. Altra inchiesta è stata aperta per fare chiarezza sulla morte di un bambino albanese di 11 mesi, portato mercoledì dai genitori all'ospedale Maria Paternò Arezzo di Ragusa perché accusava forti malesseri. Dopo alcuni controlli di routine il piccolo era stato dimesso, ma nel pomeriggio la situazione si era ripresentata. La coppia albanese aveva quindi riportato il figlioletto al pronto soccorso, ma all'alba il piccolo si era spento. Dopo la denuncia sporta dai genitori, i carabinieri del Nas hanno sequestrato la cartella clinica.

Anche l'Azienda sanitaria provinciale di Ragusa ha disposto un'indagine interna.

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