Strage a Manchester

Manchester tana di estremisti libici. I reclutatori Abdallah e Abu Qaqa

Il kamikaze figlio di oppositori di Gheddafi. Quei legami con il terrorista in sedia a rotelle e con il jihadista ucciso da un drone

Manchester tana di estremisti libici. I reclutatori Abdallah e Abu Qaqa

A Manchester vive la più folta comunità di esuli libici in Inghilterra fin dai tempi del regime di Muammar Gheddafi. Ben 16mila persone, compresi molti oppositori del colonnello che hanno militato nel Gruppo islamico combattente libico. Negli anni Novanta si sono fatti le ossa in Afghanistan al fianco dei talebani e di Osama Bin Laden e in 700 sono andati a combattere in Irak contro gli americani dopo l'invasione del 2003. Dopo la rivolta contro Gheddafi del 2011 il gruppo si è spaccato fra salafiti e chi ha giurato fedeltà al califfo Abu Bakr Al Baghdadi.

Salman Adebi, il kamikaze del concerto di Ariana Grande, è nato a Manchester dove i suoi genitori erano fuggiti dopo essersi opposti a Gheddafi come integralisti islamici. Nel 2011, in piena rivolta, il colonnello ancora al potere a Tripoli ci ha fatto entrare nel famigerato carcere di Abu Slim, nella capitale, per incontrare un barbuto prigioniero con documenti britannici accusato di far parte del Gruppo islamico combattente legato ad Al Qaida. Secondo gli investigatori veniva da Manchester, dove i servizi di Gheddafi tenevano d'occhio la forte comunità di esuli libici.

Gli oppositori islamici più convinti, compresi i genitori del kamikaze dell'Arena sono tornati in Libia dopo il crollo del colonnello. Non a caso il padre e il fratello minore di Adebi sono finiti in manette, ieri, proprio a Tripoli. L'operazione è stata condotta dalla polizia speciale Rada, composta da salafiti, che odiano lo Stato islamico. L'aspetto curioso è che pure Ramadan, il genitore, sembra salafita, ma il fratello minore, Hashem, è accusato di avere legami con lo Stato islamico. Le bandiere nere in Libia contano ancora su basi e uomini nonostante la sconfitta subita a Sirte, l'ex «capitale» del califfato sulla costa del Mediterraneo.

A Manchester si sospetta che il kamikaze avesse legami con il terrorista libico Abdalraouf Abdallah condannato lo scorso anno da una corte inglese a 5 anni e mezzo di carcere per il reclutamento di volontari delle bandiere nere. Abdalraouf, come Abedi è figlio di dissidenti anti Gheddafi, che nel 2011 ha imbracciato le armi tornando in patria per abbattere il colonnello arruolandosi nella brigata islamista 17 febbraio. Durante i combattimenti è rimasto gravemente ferito tornando a Manchester su una sedia a rotelle, dove ha cominciato a reclutare giovani adepti per la guerra santa.

Un altro contatto del kamikaze poteva essere Raphael Hostey, che abitava a poco più di un chilometro dalla casa di Abedi. Il noto jihadista di Manchester usava il nome di battaglia Abu Qaqa al-Britani attirando volontari del Califfato in Siria e Irak. Lo scorso anno è stato ucciso da un bombardamento mirato di un drone.

Non è escluso che via Manchester il giovane Abedi sia riuscito a recarsi in Siria per addestrarsi come hanno rivelato i servizi francesi. A Raqqa potrebbe essere venuto in contatto con la brigata Al Battar composta da libici, che prima combattevano con il fronte Al Nusra legato ad Al Qaida e poi hanno giurato fedeltà al Califfo. Il capo carismatico era il tunisino Moez Fezzani, alias Abu Nassim, arrestato lo scorso novembre in Sudan dopo essere fuggito da Sirte. In Italia dove ha vissuto per lungo tempo deve ancora scontare sei anni di carcere per terrorismo. In gennaio Fezzani è stato estradato a Tunisi con l'accusa di aver ordinato l'attacco delle bandiere nere al museo del Bardo, dove sono stati uccisi 21 turisti occidentali compresi 4 italiani.

www.

gliocchidellaguerra.it

Commenti