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Le mani su Inps e Inail I gialloverdi pronti a inviare i commissari

Il governo si prepara a prepensionare Boeri e De Felice. Si scaldano gli uomini di Di Maio

Le mani su Inps e Inail I gialloverdi pronti a inviare i commissari

Se il governo è gialloverde, la lottizzazione diventa, come per magia, una riforma. È il caso dell'Inps e dell'Inail per le quali l'esecutivo ha previsto un repentino commissariamento nelle more del ripristino della vecchia governance: non più un presidente-amministratore unico ma un consiglio di amministrazione di cinque componenti. Saranno, pertanto, «pensionati» in anticipo il numero uno dell'ente previdenziale pubblico Tito Boeri (in scadenza il mese prossimo) e il suo omologo dell'istituto per le assicurazioni contro gli infortuni sul lavoro, Massimo De Felice, il cui mandato termina a novembre 2020.

Il decreto che si sta mettendo a punto su reddito di cittadinanza e quota 100 (salvo «sdoppiamenti» dell'ultimo minuto), è atteso per la prossima settimana e dovrebbe far decadere de facto i due presidenti con la contestuale nomina di due commissari. È difficile non considerarlo un prolungamento dello spoils system post-elettorale (che ha già riguardato, tra l'altro, Cdp, Fs e Agenzia delle entrate) considerato che l'economista bocconiano dal 2015 al vertice dell'Inps era entrato in rotta di collisione con i due vicepremier sia sul decreto Dignità che sulla sostenibilità della riforma delle pensioni. E proprio quota 100 e reddito di cittadinanza sono le due questioni di cui l'Inps dovrà occuparsi direttamente una volta varati entrambi i provvedimenti.

Il commissariamento, secondo alcune voci di Palazzo, sarebbe da legare anche ad alcune divergenze tra Lega e M5s sulle modalità di riforma del governo delle due istituzioni nonché sui manager da insediarvi. Al momento per l'Inps circolano i nomi dell'economista di Roma Tre e consigliere di Di Maio, Pasquale Tridico, di Marina Calderone, presidente del Consiglio nazionale dei consulenti del lavoro, e di Enzo De Fusco, consulente del lavoro di grandi gruppi industriali. La Lega negli ultimi mesi ha rallentato il pressing per insediare il consigliere in materia previdenziale di Salvini, Alberto Brambilla, poiché la nuova governance rischierebbe di depotenziare il ruolo di presidente restituendo molti poteri al direttore generale. Ecco perché l'ex dg dell'Inps Mauro Nori, attualmente all'Economia, potrebbe avere delle chance.

Occorre anche ricordare che il Movimento 5 Stelle ha già piantato una bandierina su una poltrona molto importante in ambito welfare: Domenico Parisi, professore di demografia e statistica all'Università del Mississippi e «suggeritore» della riforma dei Centri per l'impiego (tutor inclusi) connessa al reddito di cittadinanza, è stato designato alla guida dell'Anpal, l'agenzia pubblica che dovrebbe facilitare il matching tra domanda e offerta di lavoro.

Allarmato il presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Inps, Guglielmo Loy.

«Quella attuale - ha dichiarato - è una fase nella quale sarebbe necessaria stabilità: servono risposte immediate, qualsiasi decisione deve essere presa in tempi brevi in modo da poter programmare l'attività».

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