Politica

«La manovra ha trascurato le imprese»

Il presidente Confapi alla Lega: «Solo assistenzialismo, niente a chi produce»

Gian Maria De Francesco

Roma L'assemblea di Confapi, confederazione delle pmi che associa oltre 83mila aziende, ha confermato ieri all'unanimità Maurizio Casasco alla presidenza per il prossimo triennio. Un periodo che non si preannuncia facile visto che il nuovo governo ha più spesso penalizzato che valorizzato il sistema industriale.

Presidente Casasco, la manovra esagera con le spese ma per le pmi c'è poco.

«Confidiamo che il governo, in particolar modo la Lega che ha sempre rappresentato gli interessi dell'industria, possa capire che bisogna puntare sulla crescita e non sull'assistenzialismo. Lo sforamento del deficit, infatti, non è un problema, il problema è investirlo nella crescita e non nell'assistenzialismo».

La pressione fiscale resterà invariata.

«Da troppo tempo il carico fiscale complessivo sui profitti d'impresa, supera la quota immorale del 65 per cento. Le aziende contribuiscono per il 70% al gettito fiscale che viene speso all'80% a favore di chi non lavora. Noi siamo sensibili ai temi sociali, ma il vero problema è quello».

Cosa servirebbe?

«Bisogna abbattere il cuneo fiscale e liberarsi dalla burocrazia per fare crescita attraverso l'industria. Così si possono dare opportunità ai giovani creando posti di lavoro».

Non vede impegno sufficiente contro le scartoffie?

«Basta guardare la fatturazione elettronica, una procedura adottata solo in Cile, Argentina e Portogallo. Per le aziende è un costo, ma si continua a partire dal presupposto che ad evadere siano il cittadino e le imprese e quindi bisogna controllarli».

Qual è un'altra priorità da affrontare?

«Far rispettare il termine dei 60 giorni per i pagamenti non solo alla pa, ma anche tra privati. Siamo l'unico Paese europeo nel quale non si paga a termine, lo Stato non può limitarsi a indicare le cause civili come soluzione perché tra la grande industria e la piccola il rapporto non è tra pari. Bisogna seguire la Francia».

Che cosa fa Parigi?

«In Francia è prevista una sanzione da 10mila a 150mila euro per chi non rispetta i termini di pagamento e le multe finanziano un fondo che ristora chi non viene pagato. Bisogna creare un circolo virtuoso nell'industria privata».

Perché insiste sull'abbattimento del cuneo fiscale?

«Abbiamo proposto la decontribuzione degli incrementi salariali perché così i dipendenti guadagnerebbero di più, le famiglie avrebbero più reddito disponibile per i consumi e l'Inps manterrebbe invariato il gettito».

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