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Manovra, l'Ue accelera sulle sanzioni. Gli sherpa condannano l'Italia

Il governo cerca la mediazione con l'Europa. Salvini: "Il 2,4% non è nella Bibbia". Ma Bruxelles dà l'ok alla procedura

Manovra, l'Ue accelera sulle sanzioni. Gli sherpa condannano l'Italia

Il governo apre le porte alla trattativa e l'Europa sembra apprezzare, ma non intende fare passi indietro. Anzi. L'iter già avviato per arrivare alla procedura di infrazione contro l'Italia sta andando avanti e ora l'Ue accelera. Il Comitato Economico e Finanziario, infatti, si è detto favorevole facendo così un altro passo (formale) in avanti verso la procedura per deficit eccessivo per violazione della regola del debito nei confronti dell'Italia.

Secondo quanto si apprende a Bruxelles da fonti Ue, l'organismo composto dai rappresentanti del Tesoro dei 28 governi dell'Unione Europea che prepara le riunioni dell'Ecofin, ha approvato in serata un parere analogo a quello espresso dalla Commissione sulla manovra di bilancio presentata dal governo. "Tenuto conto dell'analisi complessiva della Commissione relativa ai fattori rilevanti, come indicato nella sua relazione del 21 novembre 2018 - si legge nell'opinione degli sherpa dell'Ecofin - il Comitato ritiene che il criterio del debito di cui all'articolo 126 secondo comma, debba essere considerato non rispettato e che un la procedura basata sul debito è quindi giustificata. Ulteriori elementi potrebbero emergere dal dialogo in corso tra la Commissione e le autorità italiane". La colpa gli sherpa la danno a quota 100 quando "concordano con la Commissione sul fatto che il debito pubblico italiano rimane una delle principali fonti di vulnerabilità per l'economia. Le misure pensionistiche pianificate, unitamente alle tendenze demografiche avverse, potrebbero influire negativamente sulle tendenze positive generate dalle passate riforme pensionistiche e indebolire la sostenibilità fiscale a lungo termine".

A nulla (per ora) sono dunque servite le rassicurazioni arrivate da Palazzo Chigi e dai due vicepremier. I primi a addolcirsi dopo la bocciatura della manovra sono stati Conte e Di Maio, Salvini ci ha messo un po' di più ma alla fine ha ceduto al dialogo. "Non è mica scritto nei dieci comandamenti della Bibbia che dobbiamo fare il 2,4 per cento" di rapporto deficit-Pil, dice il leader della Lega questa sera a Porta a Porta. "I tecnici sono a lavoro - ha aggiunto - ci diranno che su quota 100 ci sono uno, due, tre miliardi in più, vorrà dire che li metteremo sugli investimenti".

Salvini è dunque convinto che "con l'Europa l'accordo lo troveremo". "A noi - è il ragionamento presentato a Bruno Vespa - non interessa litigare e penso che anche a Bruxelles non vada di mandare i commissari". Alcuni paletti però ci saranno: due giorni fa il ministro dell'Interno aveva fatto capire che "non faremo un nuovo documento". Al massimo potranno cambiare qualche numero, ma - assicura - quota 100 e la riforma Fornero partiranno da febbraio. E secondo Di Maio non cambieranno neppure le tempistiche del reddito di cittadinanza.

Chissà se a far addolcire i toni con l'Ue siano serviti anche i sondaggi che danno il 63% degli italiani favorevoli alla trattativa con l'Ue. Non che dall'altro lato della barricata non siano pronti a combattere. "Basta annunci, ora fatti", ha fatto sapere la Commissione dopo le aperture del governo.

Il tavolo c'è. I commensali pure.

Bisogna capire se arriveranno davvero a un accordo o se abbandoneranno tutto prima del dessert.

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