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La manovra rompe la sinistra e Pisapia attacca D'Alema

Dopo il voto sul Def l'ex sindaco critica il capo di Mdp e litiga con Vendola. Verdini stampella di Gentiloni

La manovra rompe la sinistra e Pisapia attacca D'Alema

I l governo incassa il primo via libera di Camera e Senato sul Def ma il premier Paolo Gentiloni non nasconde la preoccupazione per lo strappo a sinistra tra Massimo D'Alema e Giuliano Pisapia, che rischia di provocare contraccolpi sulla tenuta della maggioranza. Nei primi due voti chiave, l'esecutivo blinda sia lo scostamento del pareggio di bilancio che la risoluzione di maggioranza alla nota di aggiornamento al Def. Il premier supera lo scoglio ma le fibrillazioni restano: Mdp vota a favore dello scostamento mentre diserta (contro la linea di Pisapia) la votazione sulla risoluzione di maggioranza del Def. Il premier chiede responsabilità alle forze politiche perché intravede una fase delicata per la legislatura: «Questo governo e il parlamento hanno una responsabilità: non dilapidare i risultati raggiunti». E incassa i voti di Verdini e dei suoi: «È andata bene, - dice il capo di Ala - non potevamo far mancare i nostri voti». E Mdp si scatena: «Il governo ci ignora e sceglie Verdini».

Intanto lo scontro tra Pisapia e D'Alema non solo indebolisce il governo ma rischia di far abortire l'unificazione della sinistra avviata timidamente a Napoli in occasione della prima festa nazionale di Mdp. Ieri mattina, l'ex sindaco di Milano, in un'intervista a Radio Capital, è uscito allo scoperto, chiedendo a D'Alema di defilarsi: «Io sono dell'idea che chi non ha obiettivi personali potrebbe fare un passo di fianco. Bisogna essere in grado di unire, e vale per lui come per me. D'Alema sa perfettamente che io sono a disposizione di un progetto unitario e invece lui continua a fare dichiarazioni che dividono». In serata, Pisapia ha corretto il tiro, ma il succo del ragionamento non è cambiato: D'Alema deve liberare il campo. Parole che piombano a poche ore dall'annuncio di Mdp di passare all'appoggio esterno, ma soprattutto dopo che lo stesso D'Alema, a Cartabianca, aveva rivendicato la paternità politica della scelta: «Noi abbiamo mani libere, non siamo vincolati» e «votiamo quel che è giusto». Il leader di Campo progressista non ha gradito la fuga in avanti dell'ex premier, soprattutto perché nell'incontro avuto con Gentiloni aveva provato a trovare un punto di equilibrio tra le richieste di Mdp e il contenuto del Def. Ma più che un problema di risorse, lo scontro Pisapia-D'Alema è tutto politico. Uno scontro nel quale si è inserito anche Renzi, che ieri ha difeso la propria leadership e ridimensionato il peso di Mdp: «La mia leadership non deriva da un editoriale, deriva dal voto di due milioni di italiani». Il futuro partito della sinistra è uno spazio troppo stretto per due leader. D'Alema ha un doppio obiettivo: archiviare Renzi e affossare il Rosatellum, una legge elettorale che rischierebbe di escludere gli scissionisti del Pd dal prossimo Parlamento. La conferma che il cuore della battaglia sia la legge elettorale è arrivata da Roberto Speranza che al Corriere Tv ha spiegato: «Quelle proposte dal Rosatellum sono coalizioni farlocche». Il piano di Pisapia è invece un altro: ricucire con il Pd e riportare in vita l'Ulivo. Una missione impossibile, che sta spingendo l'ex sindaco di Milano a mollare: «Il mio obiettivo è una sinistra di governo, vedo posizioni differenti ma per un po' vado avanti». Anche perché D'Alema, che non ha preso bene l'invito di Pisapia a farsi da parte, ha aperto il fuoco, armando i colonnelli: «Di questa storia di D'Alema divisivo, leader occulto di Articolo Uno-Mdp non se ne può più», ha tuonato l'eurodeputato di Mdp Massimo Paolucci. Contro Pisapia si è rivisto Nichi Vendola: «Ha ragione Pisapia: D'Alema divide la sinistra dalla destra. Per Pisapia è sufficiente dividere la sinistra». Pronta la replica dell'ex sindaco: «Si può cambiare idea ma non dimenticare: hai governato la Puglia in variegata compagnia. A Milano non c'era destra in giunta».

La resa dei conti tra ex e post comunisti è solo all'inizio.

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