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Manovra, scontro sul carcere agli evasori

Maggioranza bloccata sul decreto fiscale. I renziani: le manette vanno tolte

Manovra, scontro  sul carcere agli evasori

Roma Non è stata la maratona a lieto fine che il governo si aspettava. Ieri era prevista l'approvazione del decreto fiscale in commissione Finanze della Camera, dopo due giorni di esame del testo a ritmo serrato. Ieri sera, preso atto delle distanze dentro la maggioranza, i lavori sono stati fermati. La seduta è stata sospesa con l'intenzione di riprendere l'esame del provvedimento domani alle 19. Sempre che si trovi un punto in comune tra le posizioni dei partiti di maggioranza dentro la commissione sul tema più spinoso: la stretta sull'evasione fortemente voluta dal Movimento 5 stelle.

Ieri lo scontro è stato tra Italia viva e gli altri partiti della coalizione di governo. Oggetto del contendere, l'articolo 39 del provvedimento d'urgenza, quello che prevede nuove soglie di punibilità per gli evasori fiscali. Il ministro alla Giustizia Alfonso Bonafede aveva annunciato giorni fa delle modifiche per rendere le norme meno punitive. In particolare un'attenuazione degli aumenti di pena per dichiarazione infedele e omessa dichiarazione.

Poi un limite alla «confisca per sproporzione», misura che riguarda patrimoni illecitamente accumulati dalla criminalità organizzata che il dl fiscale applica anche a delitti tributari. Nella nuova formulazione viene limitata ai «delitti tributari con connotazione fraudolenta della condotta tale da rivestire maggiore spessore indiziante di accumulazione illecita di ricchezze». Modifiche ritenute insufficienti da Iv, che anche ieri ha continuato a chiedere la cancellazione totale del capitolo manette (e confische) per gli evasori. Fonti del M5s ieri sostenevano al contrario che un'intesa nella maggioranza c'è e che vanno definiti solo i dettagli. In sostanza una riformulazione di alcuni emendamenti del governo.

Oltre al carcere per gli evasori, ci sono stati problemi anche per le nuove norme sugli appalti. Un emendamento del governo conferma l'obbligo per il committente di versare tutte le ritenute fiscali dell'impresa appaltatrice o sub appaltatrice ma lo limita alle commesse sopra i 200mila euro. Soluzione sbagliata per la Uil (ne ha parlato il segretario confederale Domenico Proietti), correzione insufficiente per l'Ance, l'associazione dei costruttori.

Tra le novità emerse ieri sul decreto fiscale, il rinvio a marzo 2020 l'entrata in vigore dell'obbligo dei seggiolini anti abbandono.

Nessuna novità per il momento a proposito della tampon tax. Il ministro dell'Economia Roberto Gualtieri ieri ha annunciato la riduzione dell'Iva sugli assorbenti dal 22 al 5%, ma fino a ieri l'emendamento governativo non era stato ancora presentato.

Altra modifica in arrivo, un bonus per ridurre la Tari (la tariffa urbana sui rifiuti) ma solo per le famiglie numerose. Rinvio anche per la lotteria degli scontrini. L'entrata in vigore è stata spostata da gennaio al primo luglio.

Niente sanzioni per i commercianti che non si adeguano, verranno però segnalati ad Agenzia delle entrate e Guardia di finanza.

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