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La mappa dei trumpiani (perplessi) d'Italia

Destra e M5S criticano il presidente Usa e si schierano con Putin. Ma qualche ultrà resiste

La mappa dei trumpiani (perplessi) d'Italia

Roma - I Tomahawk esplosi in Siria deflagrano anche da noi, costringendo i fan nostrani di Donald Trump - che spesso lo sono anche di Vladimir Putin - a scegliere da che parte stare. E, tra approcci prudenti, distinguo e arti diplomatiche, tutto sommato a incassare più consenso è il presidente russo. Con il suo omologo a stelle e strisce accusato, nemmeno troppo velatamente, di incoerenza rispetto ai proclami della campagna elettorale e di miopia geopolitica. Quei missili, è la posizione di molti «pro-Donald» italici, Trump avrebbe fatto meglio a lasciarli in stiva.

Il fronte degli spiazzati, però, non è quello di Daniele Capezzone. L'ex segretario radicale ed ex portavoce di Forza Italia, ora con Direzione Italia di Raffaele Fitto, aveva plaudito al successo di Donald Trump, anche se del neopresidente non amava proprio la condiscendenza verso la leadership russa. Così le bombe che hanno gelato i rapporti tra Washington e Mosca sono a lui gradite. «Con l'operazione Usa di stanotte in Siria, finisce l'era Obama (bene). Gli Usa abbandonano la strategia del non intervento (ancora bene). Ora servirebbe la rimozione di Assad e una transizione capace di eliminare Isis, togliere all'Iran una golden share nell'area, ed evitare che Putin sia il player principale. Si chiama Occidente: se Trump lo risveglia, forza Trump!».

Decisamente agli antipodi il commento dei due politici considerati «trumpiani» honoris causa come Matteo Salvini e Giorgia Meloni. Il leader del Carroccio bolla i missili come «un regalo all'Isis» e sospira: «Se Trump fa una cazzata, fa una cazzata. Ha commesso un errore incredibile». La presidente di Fratelli d'Italia, dal canto suo, si dichiara «perplessa» per l'attacco missilistico, lanciato peraltro «prima che sia stata fatta piena luce sull'uso di gas letali nella città di Idlib», e considerato estraneo alla «priorità per difendere la sicurezza delle nazioni europee» che «dev'essere - conclude la Meloni - quella di schiacciare l'Isis e i terroristi islamici». Una «priorità» che per la leader di Fdi è stata confermata poche ore dopo dalle notizie dell'ennesimo attentato arrivate da Stoccolma.

Anche il vicepresidente del Senato Calderoli, che aveva esultato per la vittoria di Trump, ieri ha invece stigmatizzato la «sciocchezza enorme» commessa dal presidente americano, non solo nell'ordinare il blitz ma nel non coinvolgere le organizzazioni internazionali, così «delegittimandole completamente».

Sorvola la questione senza commentare gli eventi un sostenitore di Trump della prima ora come Gianmario Ferramonti, tra i fondatori di Italians4Trump, mentre pure il Movimento 5 Stelle dopo lo scacco di Donald sceglie di voltare le spalle al presidente Usa, con un comunicato critico verso il blitz che rischia «di costituire una chiara violazione del diritto internazionale» e duro con la nuova linea di politica esterna di Trump: «L'Italia resti fuori da questo risiko e rispetti l'articolo 11 della Costituzione». Anche Luigi Di Maio, in procinto di partite per gli Stati Uniti e - secondo indiscrezioni - intenzionato a incontrare proprio Trump, dopo il bombardamento sceglie un basso profilo social, limitandosi a ripubblicare il comunicato pentastellato e dedicando, invece, un post personale alla memoria di Gianroberto Casaleggio.

MMO

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