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Marò, Gentiloni ammette il flop: "Finora raccolto molto deludente"

Da tre anni i marò sono trattenuti ingiustamente in India. Da Monti a Renzi non è stato fatto nulla per riportarli a casa. Gentiloni: "Non siamo andati lontano..."

Marò, Gentiloni ammette il flop: "Finora raccolto molto deludente"

"Sulla vicenda dei marò in India il raccolto è molto deludente, ad essere diplomatico". Commentando ai microfoni di RaiNews24 il "no" della Corte Suprema indiana alle richieste dell’Italia, il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni ammette la sconfitta. Sono già passati quasi tre anni, e Massimiliano Latorre e Salvatore Girone non sono ancora tornati a casa. Ha fallito il governo Monti. Ha fallito il governo Letta. E finora ha fallito anche il governo Renzi. "Se l’accordo è quello che abbiamo visto l’altro giorno non andiamo molto lontano - ammette il titolare della Farnesina - mi auguro nei prossimi giorni si trovino strade diverse...".

Nell'intervista con il direttore di RaiNews24 Monica Maggioni, Gentiloni conferma la ferma volontà di trattenere Latorre. "Deve restare in Italia - ha spiegato - per ricevere cure adeguate sul piano medico e psicologico". Il ministro degli Esteri non ha nascosto la propria delusione per quanto finora ottenuto dal governo indiano sul caso marò. Nonostante le ultimissime aperture del governo di NuovaDelhi sulla proposta italiana di un accordo consensuale, il ministro ha ammesso che "finora il raccolto è molto deludente". "A oggi - ha aggiunto - non possiamo che manifestare l’irritazione del Paese perché i contatti (con l’India; ndr) hanno prodotto risultati assolutamente inaccettabili". Il ministro ha anche fatto notare come la Corte suprema indiana, nella quale il governo indiano ha voce ed esprime posizione, abbia respinto "domande con carattere assolutamente umanitario".

Nelle ultime ore qualcosa sembra muoversi. L'India ha, infatti, ammesso per la prima volta di "avere allo studio" una proposta italiana per la soluzione della vicenda dei fucilieri di Marina. Due membri del Partito comunista indiano (Cpi) del Rajya Sabha (la Camera alta del parlamento), M. P. Achuthan del Kerala e D. Raja del Tamil Nadu, avevano presentato al governo una interrogazione sulla vicenda dei militari italiani bloccati in India. In essa si chiedeva "se è un fatto che il governo italiano ha cercato una soluzione consensuale alla vicenda da tempo in sospeso dei due militari italiani accusati di omicidio di due pescatori indiani nel 2012 al largo delle coste del Kerala". E, in caso di risposta positiva, si intendeva sapere "a che punto è il caso oggi e quale è la reazione del governo indiano alla proposta del governo italiano su di esso". Nella risposta scritta inviata ieri sera al parlamento, il ministro Swaraj ha risposto sinteticamente "sì" alla prima domanda e sostenuto, riguardo alla seconda, che "la questione è attualmente all’esame della Corte suprema dell’India.

Mentre la proposta del governo italiano è attualmente all’esame del (nostro) governo".

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