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La marcia dei migranti. E Trump minaccia di chiudere il confine

Oltre 2mila tentano di entrare negli Usa dal Centro America. "Pronti a inviare l'esercito"

La marcia dei migranti. E Trump minaccia di chiudere il confine

Soluzione a mano armata per fermare l'onda di migranti che dal Centro America si sta per riversare negli Stati Uniti. Donald Trump risponde alla marcia minacciosa della carovana di oltre 2.000 persone (ma secondo alcune stime potrebbero essere addirittura 3.000) provenienti da Guatemala, Honduras ed El Salvador, promettendo di mobilitare l'esercito e di blindare la frontiera meridionale. «Chiedo nei termini più forti al Messico di fermare l'ondata di migranti. Se non ne sarà capace invierò l'esercito e chiuderò il nostro confine meridionale», tuona il presidente americano su Twitter. Il tycoon parla di un vero e proprio «assalto da Guatemala, Honduras ed El Salvador, i cui leader stanno facendo poco per fermare questo grande flusso di persone, compresi molti criminali, che vogliono entrare negli Usa attraverso la frontiera con il Messico». E riafferma l'intenzione di tagliare gli aiuti a paesi come questi, «che sembrano non avere più il controllo sulla loro popolazione».

Trump ammette che «l'assalto al nostro Paese attraverso il confine sud, che comprende elementi della criminalità e dei cartelli della droga, è molto più importante per me come presidente del commercio o dell'Usmca», il nuovo accordo che sostituisce il Nafta raggiunto dagli Stati Uniti con Messico e Canada. Pur se non abbandona la speranza che il vicino meridionale fermi questa ondata. The Donald se la prende ancora una volta anche con il partito democratico, che a suo parere guida l'offensiva perché «vuole mantenere i confini aperti e le deboli leggi attuali». La carovana di migranti è cresciuta costantemente da quando ha lasciato San Pedro Sula, in Honduras, lo scorso sabato: centinaia di persone, un'avanguardia del gruppo in marcia per tentare di entrare negli Stati Uniti, sono già arrivate nella cittadina guatemalteca di Tecún Umán, alla frontiera con il Messico. E la minaccia di Trump arriva proprio mentre il segretario di stato Mike Pompeo sta per recarsi a Città del Messico, dove oggi ha in programma un incontro con il presidente Enrique Pena Nieto. Intanto il vice presidente Mike Pence ha sentito al telefono il capo di stato del Guatemala, Jimmy Morales, chiedendogli di fermare la carovana di migranti, perché se questo non avverrà saranno sospesi tutti gli aiuti. «Ho chiarito che i nostri confini e la nostra sovranità devono essere rispettati», ha scritto Pence su Twitter. Ci aspettiamo che «i nostri partner facciano tutto il possibile per sostenerci ed apprezziamo il loro appoggio - ha aggiunto - Ma ho anche ribadito il messaggio del Commander in Chief: niente più aiuti se non vengono fermati». Pence ha parlato anche con il leader dell'Honduras, Juan Orlando Hernandez, a cui ha ribadito la minaccia dei tagli, e che gli Usa «non tollereranno questo palese disprezzo dei loro confini e della loro sovranità».

La linea dura sull'immigrazione, inclusa la costruzione del famigerato muro al confine con il Messico, è uno dei cavalli di battaglia di Trump sin dalla campagna elettorale del 2016. Il Congresso sinora ha approvato lo stanziamento di 1,6 miliardi di dollari per la barriera anti-clandestini, contro i 25 miliardi chiesti dal tycoon.

Per tutta risposta lui, deluso dall'incapacità di Capitol Hill di finanziare completamente il muro, la scorsa primavera ha ordinato agli agenti della Guardia Nazionale di dare manforte al Dipartimento della Sicurezza Interna inviando agenti alla frontiera in quattro stati sud-occidentali degli Usa.

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