Cronache

Marco "il rosso", capo dei Boys e leader d'azienda

La doppia vita di Piovella, incensurato con Daspo. Tra scontri a martellate e affari in Svizzera

Marco "il rosso", capo dei Boys e leader d'azienda

Milano Il capo ultra accusato da uno dei tifosi nerazzurri arrestati di aver organizzato l'attacco ai napoletani in via Novara è conosciuto in Curva Nord come «il Rosso». All'anagrafe è Marco Piovella, 33 anni, imprenditore di successo con un Daspo alle spalle ma nessun precedente penale.

Tra i tifosi dell'Inter è molto noto e rispettato. È il leader del gruppo storico dei Boys San. Era amico di Davide Belardinelli, l'ultra di Varese investito e ucciso durante gli scontri, ma non appartiene ad alcuna organizzazione di estrema destra. Avrebbe assistito all'incidente che ha causato la morte del 39enne. È stato appunto chiamato in causa da un compagno della curva. Ascoltato in Questura a lungo, in compagnia del legale, l'avvocato Mirko Perlino, ha dato la sua versione dei fatti. «Ero presente, ho partecipato. Ma non ho organizzato né guidato l'assalto», ha detto in sostanza agli investigatori delle Digos. È indagato a piede libero per rissa aggravata e lesioni, come gli altri nove tifosi (compresi i tre in carcere), ma per ora nei suoi confronti non è stata decisa alcuna misura cautelare. Si è presentato spontaneamente, gli inquirenti l'avevano comunque già individuato in un fotogramma della guerriglia.

Piovella è di ottima famiglia, è laureato al Politecnico e si occupa di «lighting design», cioè progettazione dell'illuminazione. Ha un'azienda con una sede a Milano e una in Svizzera, a Muralto. Il suo volto e il suo nome sono conosciuti nell'ambiente ultra anche perché è il realizzatore e il responsabile delle coreografie esposte in curva in particolare durante i derby. In questa veste è stato negli ultimi anni anche uno degli interlocutori delle forze dell'ordine. L'esposizione di striscioni e bandiere molto grandi ed elaborati infatti ha risvolti organizzativi e relativi alla sicurezza sugli spalti.

Di certo il 33enne è ben noto fra gli ultras e chi l'ha indicato, con il suo soprannome, sapeva bene chi è. Nonostante questo gli inquirenti, che cercano chi si è messo a capo dell'azione violenta, non lo hanno arrestato.

Anche se il suo legale non ha escluso che una decisione in merito possa essere presa nelle prossime ore.

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