Cronache

Dal mare riaffiora la storia d'Italia. Ecco Willys, la jeep dello sbarco Usa

La camionetta era 5 metri sott'acqua, caduta da un ponte mobile 73 anni fa. Eisenhower: "Senza quelle auto gli Alleati non avrebbero vinto"

Dal mare riaffiora la storia d'Italia. Ecco Willys, la jeep dello sbarco Usa

Nettuno - Una macchina del tempo in fondo al mare. Era nascosta appena 5 metri sotto il livello dell'acqua la Jeep «Willys» rinvenuta dopo 73 anni al largo di Torre Astura, sul litorale a sud di Roma, teatro dello sbarco Alleato di Anzio. Un veicolo simbolo dell'esercito americano, lo stesso modello a bordo del quale il generale Clark entrò a Roma da liberatore. Un mezzo militare che ha segnato un'epoca e che ritroviamo nelle immagini della liberazione anche di Napoli e Milano.

Un pezzo di storia che, protetta da sabbia e alghe, conserva ancora il telaio, parte del cruscotto, le ruote e i paraurti. Fra Lavinio, Anzio e Nettuno, un'area forziere di residuati bellici d'ogni genere, paradiso di collezionisti e appassionati di reperti militari, da decenni in cerca di nuove scoperte. Come il caccia statunitense Curtiss P40 precipitato durante lo sbarco del '44, costretto a un ammaraggio di emergenza nella zona di Capo Portiere, Latina, il 31 gennaio per un'avaria al motore. Il pilota si salva ma viene fatto prigioniero dai tedeschi. Dell'aereo si erano perse le tracce fino a pochi anni fa quando viene recuperato e portato a Piana delle Orme e immerso in una vasca di desalinizzazione.

Non sono rinvenimenti isolati. Più a Nord, a Civitavecchia, un gruppo di sub decenni fa trova il relitto di un bombardiere bimotore americano Mitchell, precipitato in mare a un miglio dalla costa. Il velivolo era su un fondale piatto e sabbioso a 25 metri di profondità, in buono stato e in posizione di volo. Oppure uno dei mitici «maiali» usati dai sommozzatori della X Mas, un Siluro a Lenta Corsa, ancora oggi nelle acque di Ostia, a poche decine di metri dal Pontile. Per vederlo tra le onde basta aspettare la bassa marea. A scoprire la Jeep Willys è stato Claudio Morino, presidente dell'associazione Uboat, da anni impegnato nella ricerca di navi, aerei e qualsiasi mezzo affondato o sepolto in terraferma. Lo storico ha individuato il fuoristrada «a stelle e strisce» vicino Torre Astura, Nettuno. Fra le varie ipotesi quella che sia finita in mare durante lo sbarco (22 gennaio - 5 giugno 1944) cadendo da uno dei ponti mobili gettati dagli alleati verso la linea di costa. Un mezzo, un mito: nata nei primi anni della seconda guerra mondiale nelle officine della Willys Overland, la Jeep viene adottata definitivamente dall'esercito americano nel 1941 come fuoristrada. Una piccola e semplice «camionetta», con un telaio a piattaforma e uno «scatolotto» anteriore per ospitare il motore, un 4 cilindri da 2,2 litri di cilindrata e poco più di 50 cavalli, trasmissione a 4 marce con riduttore su due posizioni, 4 ruote motrici. Anche il suo nome è leggendario: fra le spiegazioni più credibili quella della contrazione dell'acronimo GP, General Purpose (scopi generici), ovvero GeeP da cui Jeep. Per il comandante supremo delle forze americane, il Presidente americano Eisenhower «senza la Jeep gli Alleati non avrebbero mai potuto vincere la guerra».

Eppure, a causa dei costi, forse la Jeep non verrà mai recuperata.

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