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Marielle giustiziata da due poliziotti: "Uccisa per le sue battaglie politiche"

La consigliera comunale di Rio assassinata un anno fa era nota per la difesa dei diritti civili. I magistrati: "Omicidio premeditato"

Marielle giustiziata da due poliziotti: "Uccisa per le sue battaglie politiche"

San Paolo Hanno un nome e un volto gli assassini di Marielle Franco, la consigliera comunale freddata in strada a Rio de Janeiro il 14 marzo dello scorso anno insieme al suo autista Anderson Gomes. A neanche un anno, dunque, dall'anniversario del duplice omicidio il caso si avvia ad una soluzione anche se mancano adesso all'appello i mandanti e il movente. L'Operazione Lume, scattata all'alba di ieri ha portato all'arresto di Ronnie Lessa, un poliziotto in pensione, ex membro del Bope, il Battaglione delle Operazioni Speciali di Rio - è lui che avrebbe sparato - e l'ex poliziotto militare Élcio Queiroz che guidava l'auto del commando.

Ronnie Lessa, curiosa coincidenza, vive nello stesso condominio dove abita anche il presidente del Brasile Jair Bolsonaro e ieri mattina era pronto a fuggire se non ci fossero stati i suoi colleghi in agguato per arrestarlo. Nel terreno adiacente alla sua casa sono state trovate armi e coltelli.

«Con questi arresti - ha dichiarato il governatore di Rio Wilson Witzel -lo Stato ha dato delle risposte alla società: ovvero la soluzione di un crimine barbaro commesso contro una parlamentare, una donna nell'esercizio della sua attività democratica».

Secondo il capo della squadra omicidi di Rio, Giniton Lages, si è trattata di una inchiesta difficilissima contenuta adesso «in 29 volumi ciascuno di 300 pagine», senza testimoni e con 318 linee telefoniche intercettate. Persino sul veicolo usato dal commando, una Cobalt grigia, le indagini sono state minuziosissime con 443 auto monitorate, diventate 126 fino all'identificazione corretta di quella usata nell'attentato. E adesso comincia sicuramente la fase più difficile, ovvero quella per identificare i mandanti. Quel che è certo è che i due poliziotti arrestati nell'operazione di ieri avevano pianificato l'attentato in ogni dettaglio. Lessa su Internet aveva ricostruito i luoghi che Marielle era solita frequentare e già nel 2017 aveva fatto la stessa cosa per il suo collega di partito (Psol) il deputato Marcelo Freixo, vittima di minacce così pesanti da aver lasciato in passato il Brasile per qualche mese. Sempre Lessa avrebbe anche fatto ricerche sulla MP5, la stessa pistola mitragliatrice utilizzata poi nell'agguato. Secondo gli investigatori il killer quel giorno avrebbe indossato una specie di «seconda pelle», ovvero una speciale maglia per coprire le braccia in modo da non essere individuato.

Per Mônica Benício, compagna di Marielle, «è un passo molto importante e restituisce la speranza ma adesso più che arrestare ratti mercenari è importante individuare chi ha dato l'ordine di uccidere». Le fa eco lo stesso Freixo dichiarando: «è inaccettabile che ci si metta un anno per arrivare a questi arresti e il caso comunque non è risolto. Chi è stato il mandante?»

Lo scorso gennaio il procuratore generale di Rio, Eduardo Gussem, aveva puntato il dito contro le milizie che da anni si contendono con i narcotrafficanti il controllo dei morros della città. E Marielle dava fastidio proprio per le sue battaglie politiche a favore dei più umili e indifesi, soprattutto per quanto riguardava il diritto alla casa. Per l'attuale ministro della giustizia, l'ex giudice della Mani Pulite verdeoro, Sergio Moro «l'augurio è che i due arresti siano il primo passo verso la risoluzione completa del caso». Più dure invece le dichiarazioni di Amnesty International. «Ora più che mai - si legge nel comunicato ufficiale - reiteriamo la necessità di un gruppo esterno e indipendente di esperti che accompagni le investigazioni e il processo.

Perché ci sono ancora molte domande senza risposta».

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