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Marina, la prima donna a guidare i Marines. A 24 anni fa marciare un plotone di uomini

Addestrata per le missioni più pericolose, porterà l'unità in prima linea

Marina, la prima donna a guidare i Marines. A 24 anni fa marciare un plotone di uomini

«Voglio guidare un plotone, far parte di un gruppo dove ognuno sia pronto a morire per l'altro», era il «sogno» della giovane tenente Marina A. Hierl. E uno dei più gloriosi corpi al mondo l'ha accontentata, rompendo l'ultimo tabù. L'ufficiale di 24 anni è la prima donna al comando di un'unità da combattimento dei Marines. Pronta a lanciarsi all'inferno con il suo reparto, il Terzo plotone della compagnia Echo composto interamente da uomini.

Mimetica impolverata e zuppa di sudore, capelli castani sempre raccolti o al massimo con una piccola coda, Marina Hierl è il vero «soldato» Jane del celebre film con Demi Moore. Nessuna donna, anche se ci hanno provato, è riuscita a entrare nei corpi speciali, come i Navy Seal. Il tenente Hierl ha fatto di meglio: non è semplicemente inquadrata in un reparto dei Marines, ma lo comanda e lo porterà in prima linea.

Nelle forze armate americane le donne sono il 15%, ma solo dal 2013 si è aperto il varco per guidare degli uomini in battaglia. Fra i 184.473 Marines ci sono già 15.885 donne, ma nessuna, fino ad ora, ha mai comandato un reparto combat sul terreno. Un tenente colonello donna ha la responsabilità di un battaglione del genio, ma difficilmente lo porterà all'assalto contro i talebani in Afghanistan oppure contro i resti dello Stato islamico in Iraq o Siria. Il tenente Hierl, invece, è stata addestrata proprio per questo. Trentasette donne hanno partecipato al durissimo corso per ufficiali dei Marines di 13 settimane a Quantico. Solo due sono arrivate alla fine. E Hierl è stata la prescelta per rompere il tabù del comando in prima linea.

Nelle poche foto che la ritraggono si cala lungo una fune con uno zaino pesante ed i capelli tagliati corti, oppure dirige il tiro di sbarramento del suo plotone, o ancora marcia con lo stesso equipaggiamento impossibile degli uomini. Non si si vede mai chiaramente in viso per evitare qualche brutto scherzo dei terroristi.

Il New York Times l'ha seguita in Australia con il suo reparto durante un periodo addestrativo di sei mesi. Hierl è schiva e non ama la notorietà. La tenente dei Marines è cresciuta occupandosi di cavalli in una fattoria della Pennsylvania, ma diceva sempre che voleva «fare qualcosa di importante nella vita». I Marines sono un mito e hanno sempre bisogno di ragazzi giovani e motivati pronti a morire. Hierl, affascinata dai racconti dei reclutatori, si è lanciata nell'avventura.

Gli uomini del Terzo plotone, sul primo momento, erano scettici. Poi hanno dovuto marciare nel deserto sotto il suo comando. I rudi militari hanno avuto difficoltà a starle al passo. In Australia si è lanciata contro due bunker in un assalto simulato (ma in cui si sparava veramente) con una grinta che non ha niente da invidiare agli uomini. «Nel frastuono del fuoco abbandona il carattere riservato e il tono soft urlando gli ordini con un piglio deciso, che non lascia dubbi su chi sia al comando», ha scritto di lei il quotidiano newyorchese. La prima a svegliarsi e a controllare che la batteria di copertura dei mortai non sbagli il tiro colpendo i suoi uomini si è conquistata il rispetto del plotone. Il caporale Kai Segura, portavoce ufficioso del reparto, non ha dubbi: «È una di noi».

Il 4° Marines, che per la prima volta nella storia ha un comandante combat donna, è stato impiegato sui fronti più sanguinosi in Iraq e Afghanistan. La vera prova del fuoco del tenente Hierl sarà la prossima guerra, dove la vita o la morte degli uomini del Terzo plotone dipenderà da lei.

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